First reprinting, 1968, Johnson Reprint Corporation Printed in the United States of America
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182 ORD. EXCALCEATORUM S. AUGUSTINI ETC.
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condannato dalla Chiesa come opposto alla divina rivelazione.
L I T I ÂE 213 Ecclesiae calamitatibus eadem po-
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mentum erat notorie publicum, et necessario nova celebra- tio coram parocho requirebatur.
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alcun conto dei progressi moderni, torna*e indietro fino al medio evo. Ma non sono questi motivi che valgano.
A qual bene infatti che sia vero e reale, si opporrebbe la so- vranità pontificia? È indubitato, che le città e le regioni già sog- gette al principato civile dei Pontefici furono, per ciò stesso, pre- servate più volte dal cadere sotto dominio straniero , e conserva- rono sempre indole e costumi schiettamente italiani. Nè potrebbe anche oggi essere diversamente; giacché il Pontificato se per l'alta sua missione, universale e perpetua, appartiene a tutte le genti, per ragione della Sede, qui assegnatagli dalla Provvidenza, è spe- cialmente gloria italiana. - Che se verrebbe cosi a mancare l'unità di Stato, Noi, senza entrare in considerazioni che tocchino il me- rito intrinseco della cosa, e solo collocandoci per poco sul terreno stesso degli oppositori, domandiamo, se quella condizione di unità costituisca per le nazioni un bene così assoluto che senza di esso non vi sia per loro nè prosperità nè grandezza; o così superiore, che debba prevalere a qualunque altro. Risponde per noi il fatto di nazioni floridissime, potenti e gloriose, che pur non ebbero, nè hanno quella specie di unità che qui si vuole: e risponde altresì la ragion naturale che, nel conflitto, riconosce dover prevalere il bene della giustizia, primo fondamento della felicità e stabilità degli Stati; e ciò specialmente quando esso sia collegato, come qui av- viene con l'interesse altissimo della religione e di tutta quanta la Chiesa. Dinnanzi al quale non è punto da esitare; che se da parte della Provvidenza divina fu tratto di speciale predilezione verso l'Italia averle posto nel seno la grande istituzione del Pontificato, di cui qualunque nazione si sentirebbe altamente onorata, è giusto e doveroso, che gli italiani non guardino a difficoltà per tenerlo nella condizione che gli conviene. Tanto più che senza escludere in fatto altri utili ed opportuni temperamenti, senza parlare di altri beni preziosi, l'Italia dal vivere in pace col Pontificato vedrebbe potentemente cementata l'unità religiosa, fondamento di qualunque altra, e fonte d'immensi vantaggi anche sociali.
I nemici della Sovranità pontificia fanno appello anche alla civiltà e al progresso. - Ma a bene intendersi fin sulle prime, so- lamente ciò che mena al perfezionamento intellettuale e morale o almeno ad esso non si oppone, può costituire per l'uomo vero pro- gresso: e di questo genere di civiltà non v'ha sorgente più feconda della Chiesa, la quale ha la missione di premuovere sempre l'uomo alla verità e al retto vivere. Ogni altro genere di progresso, posta