First reprinting, 1968, Johnson Reprint Corporation Printed in the United States of America
ZEJ _hLÌ 4 JL k idJ ZB _ b ò - A .
182 ORD. EXCALCEATORUM S. AUGUSTINI ETC.
<5RD. EXCALCEATORUM S. AUGUSTINI ETC. 3Ì8
184 ORD. EXCALCEATORUM S. AUGUSTINI ETC.
condannato dalla Chiesa come opposto alla divina rivelazione.
L I T I ÂE 213 Ecclesiae calamitatibus eadem po-
EX S. G I N D U L G E N T I A R U M 255
IANUEN. SEU ORDINIS S. BENEDICTI 273
274 IANUEN. SEU ORDINIS S. BENEDICTI
IANUEN. SEU ORDINIS S. BENEDICTI 275
276 IANUEN. SEU ORDINIS S. BENEDICTI
IANUEN. SEU ORDINIS S. BENEDICTI 277
278 IANUEN. SEU ORDINIS S. BENEDICTI
•ç06 E X S . C . INQUISITIONIS
mentum erat notorie publicum, et necessario nova celebra- tio coram parocho requirebatur.
E X S . C . I N D U L G E N T I A R U M 47&
4 2 S P O L E T A N A SEU R E A T I N A
f>i8 BK ACTIS CONSISTORIALIBUS
6 1 8 EX ACTIS CONSISTORIALIBUS
622 EX. ACTIS CONSISTORIALIBUS
626 EX A C T I S COiNSISTORÏALIBUS
EX ACTIS CONSISTORIALIBUS 629/
20 LETTERA
scere di quale natura sia la Chiesa, quale e quanta la sua potenza religiosa morale e sociale, cui nè le ingiurie del tempo, nè la pre- potenza degli uomini varranno mai a fiaccare. Se di ciò si rendes- sero conto ed avessero senno veramente politico , essi non pense- rebbero solo al presente, nè si affiderebbero a fallaci speranze per l'avvenire: ma col dare essi stessi al Pontefice romano quello che egli a buon diritto reclama, toglierebbero una condizione di cose piena d'incertezze e di pericoli, assicurando per tal guisa i grandi interessi e le sorti stesse dell'Italia.
Non è da sperare che questa Nostra parola sia intesa da quegli uòmini, che sono cresciuti nell'odio contro la Chiesa ed il Ponti- ficato: costoro, a dir vero, come odiano la religione, così non vo- gliono il vero bene della loro , terra natale. Ma coloro, che non im- bevuti da vieti pregiudizi, nè animati da spirito irreligioso > giu- stamente apprezzano gl'insegnamenti della storia e le tradizioni italiane, e non disgiungono l'amore della Chiesa dall'amore della patria, debbono riconoscere con Noi che nella concordia col Papato sta appunto per l'Italia, il principio più fecondo della sua prospe- rità e grandezza.
"Di che è conferma il presente stato di cose. - Ornai è fuori di dubbio, e gli stessi uomini politici italiani lo confessano, che la di- scordia con la S. Sede non giova ma nuoce all'Italia, creandole non poche nè lievi difficoltà interne ed esterne. - All'interno, di- sgusto dei cattolici, al vedere tenute in niun conto e spregiate le ragioni del Vicario di Gesù Cristo - Turbamento delle coscienze - aumento di irreligione e d'immoralità, elementi grandemente nocivi al pubblico bene. - All'estero, malcontento de'cattolici, che sentono compromessi insieme colla libertà del Pontefice i più vitali interessi della cristianità: - difficoltà e pericoli, che anche nell'ordine po- litico possono da ciò derivare all'Italia, dai quali desideriamo con tutto l'animo sia preservata la patria nostra. - Si faccia oessare da chi può e deve il conflitto, ridonando al Papa il posto che gli conviene, e tutte quelle difficoltà cesseranno d'un tratto. Anzi l'Italia se ne avvantaggerebbe grandemente in tutto ciò che forma la vera gloria e felicità di un popolo, o che merita il nome di civiltà giac- ché com' ebbe dalla Provvidenza in sorte di essere la nazione più vicina al Papato, cosi è destinata a riceverne più copiosamente, se non lo combatte o vi si oppone, le benefiche influenze.
Si suole opporre, che per ristabilire la sovranità pontificia si dovrebbe rinunziare a grandi vantaggi già ottenuti , non tenere