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per Servi Dei intercessionem a Deo patrato, affirmativum prolatum est res-
in civitate quae tunc sub nomine Portus Principis erat, hodie vero Cama-
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Acta Benedicti Pp. XVI 381
è decisiva per precisare il corretto e reciproco rapporto tra l'esegesi e il Magi-
stero della Chiesa. L'esegeta cattolico non si sente soltanto membro della
comunità scientifica, ma anche e soprattutto membro della comunità dei
credenti di tutti i tempi. In realtà questi testi non sono stati dati ai singoli
ricercatori o alla comunità scientifica « per soddisfare la loro curiosità o per
fornire loro degli argomenti di studio e di ricerca ».7 I testi ispirati da Dio sono
stati affidati in primo luogo alla comunità dei credenti, alla Chiesa di Cristo,
per alimentare la vita di fede e guidare la vita di carità. Il rispetto di questa
finalità condiziona la validità e l'efficacia dell'ermeneutica biblica. L'Enci-
clica Providentissimus Deus ha ricordato questa verità fondamentale e ha
osservato che, lungi dall'ostacolare la ricerca biblica, il rispetto di questo
dato ne favorisce l'autentico progresso. Direi, un'ermeneutica della fede cor-
risponde più alla realtà di questo testo che non una ermeneutica razionalista,
che non conosce Dio.
Essere fedeli alla Chiesa significa, infatti, collocarsi nella corrente della
grande Tradizione che, sotto la guida del Magistero, ha riconosciuto gli scritti
canonici come parola rivolta da Dio al suo popolo e non ha mai cessato di
meditarli e di scoprirne le inesauribili ricchezze. Il Concilio Vaticano II lo ha
ribadito con grande chiarezza: « Tutto quello che concerne il modo di inter-
pretare la Scrittura è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la
quale adempie il divino mandato e ministero di conservare e interpretare la
Parola di Dio ».8 Come ci ricorda la summenzionata Costituzione dogmatica
esiste una inscindibile unità tra Sacra Scrittura e Tradizione, poiché entram-
be provengono da una stessa fonte: « La sacra Tradizione e la Sacra Scrittura
sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Ambedue infatti, scatu-
rendo dalla stessa divina sorgente, formano, in un certo qual modo, una cosa
sola e tendono allo stesso fine. Infatti la Sacra Scrittura è parola di Dio in
quanto è messa per iscritto sotto l'ispirazione dello Spirito Santo; invece la
sacra Tradizione trasmette integralmente la parola di Dio, affidata da Cristo
Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli, ai loro successori, affinché questi,
illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la con-
servino, la espongano e la diffondano. In questo modo la Chiesa attinge la sua
certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e
l'altra devono esser accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di
riverenza ».9 Come sappiamo, questa parola «pari pietatis affectu ac reverentia »
è stata creata da San Basilio, è poi stata recepita nel Decreto di Graziano, da
7 Divino afflante Spiritu, EB 566. 8 Dei Verbum, 12. 9 Ibid., 9.