ACTA APOSTOLICAE SEDIS

 520 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 521

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 Acta Congregationum 595

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 Diarium Romanae Curiae 597

 598 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

578 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

adatti a concretizzare l'aspirazione alla giustizia e alla pace degli uomini e delle donne di oggi. Così, anche la riflessione per rilanciare il percorso della non violenza, e in specie della non violenza attiva, costituisce un necessario e positivo contributo. È quanto si propongono di fare i partecipanti alla Conferenza di Roma, ai quali vorrei, in questo mio messaggio, ricordare alcuni punti che mi stanno particolarmente a cuore.

La premessa fondamentale è che lo scopo ultimo e più degno della per- sona umana e della comunità è l'abolizione della guerra.6 Del resto, come è risaputo, l'unica condanna espressa dal Concilio Vaticano II fu proprio quella della guerra,7 pur nella consapevolezza che, non essendo questa estirpata dalla condizione umana, "una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico acco- modamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa".8

Altro punto fermo: la constatazione che "il conflitto non può essere ignorato o dissimulato. Deve essere accettato"9 per non rimanervi intrappolati perdendo la prospettiva generale e il senso dell'unità profonda della realtà.10 Infatti, solo accettando il conflitto, lo si può risolvere e trasformare in un anello di colle- gamento di quel nuovo processo che gli « operatori di pace » mettono in atto.11

Inoltre, da cristiani, sappiamo che solamente considerando i nostri simili come fratelli e sorelle potremo superare guerre e conflittualità. La Chiesa non si stanca di ripetere che ciò vale non solo a livello individuale ma an- che a livello dei popoli e delle nazioni, tanto che essa considera Comunità internazionale come la "Famiglia delle Nazioni". Per tale motivo, anche nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno ho rivolto un appello ai responsabili degli Stati perché rinnovino "le loro relazioni con gli altri popoli, permettendo a tutti una effettiva partecipazione e inclusione alla vita della comunità internazionale, affinché si realizzi la fraternità anche all'interno della famiglia delle nazioni".12

Come cristiani, sappiamo anche che il grande ostacolo da rimuovere perché ciò avvenga è quello eretto dal muro dell'indifferenza. La cronaca dei tempi recenti, ci dimostra che se parlo di muro non è solo per usare un linguaggio

6 Discorso al IV Corso di formazione del Cappellani Militari al Diritto internazionale umani- tario, 26 ottobre 2015.

7 Cfr Gaudium et spes, n. da 77 a 82. 8 Gaudium et spes, n. 79. 9 Evangelii gaudium, n. 226.

10 Ibid. 11 Ibid., n. 227. 12 Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2016: Vinci l'indifferenza e conquista la pace,

n. 8.