ACTA APOSTOLICAE SEDIS

 520 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 521

 522 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 523

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 Acta Francisci Pp. 527

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 Acta Congregationum 589

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 Acta Congregationum 595

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 Diarium Romanae Curiae 597

 598 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Acta Francisci Pp. 539

con il Padre.6 Non dobbiamo avere timore, è un amore che ci raggiunge e

coinvolge a tal punto da andare oltre noi stessi, per permetterci di rico-

noscere il suo volto in quello dei fratelli. Lasciamoci condurre docilmente

da questo amore e diventeremo misericordiosi come il Padre.

Abbiamo ascoltato il Vangelo: Tommaso era un testardo. Non aveva

creduto. E ha trovato la fede proprio quando ha toccato le piaghe del

Signore. Una fede che non è capace di mettersi nelle piaghe del Signore,

non è fede! Una fede che non è capace di essere misericordiosa, come sono

segno di misericordia le piaghe del Signore, non è fede: è idea, è ideologia.

La nostra fede è incarnata in un Dio che si è fatto carne, che si è fatto

peccato, che è stato piagato per noi. Ma se noi vogliamo credere sul serio

e avere la fede, dobbiamo avvicinarci e toccare quella piaga, accarezzare

quella piaga e anche abbassare la testa e lasciare che gli altri accarezzino

le nostre piaghe.

È bene allora che sia lo Spirito Santo a guidare i nostri passi: Lui è

l'Amore, Lui è la Misericordia che si comunica nei nostri cuori. Non poniamo

ostacoli alla sua azione vivificante, ma seguiamolo docilmente sui sentieri

che Lui ci indica. Rimaniamo con il cuore aperto, perché lo Spirito possa

trasformarlo; e così, perdonati, e riconciliati, immersi nelle piaghe del Si-

gnore, diventiamo testimoni della gioia che scaturisce dall'aver incontrato

il Signore Risorto, vivo in mezzo a noi.

[Benedizione]

L'altro giorno, parlando con i dirigenti di una associazione di aiuto, di

carità, è uscita questa idea, e ho pensato: « La dirò in piazza, sabato ». Che

bello sarebbe che come un ricordo, diciamo, un « monumento » di quest'Anno

della Misericordia, ci fosse in ogni diocesi un'opera strutturale di misericor-

dia: un ospedale, una casa per anziani, per bambini abbandonati, una scuola

dove non ci fosse, una casa per recuperare i tossicodipendenti… Tante cose

che si possono fare… Sarebbe bello che ogni diocesi pensasse: cosa posso

lasciare come ricordo vivente, come opera di misericordia vivente, come

piaga di Gesù vivente per questo Anno della Misericordia? Pensiamoci e

parliamone con i Vescovi. Grazie.

6 Cfr 2 Cor 5, 14-20.