ACTA APOSTOLICAE SEDIS

 520 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 521

 522 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 523

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 Acta Francisci Pp. 525

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 Acta Francisci Pp. 527

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 Acta Francisci Pp. 531

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 Acta Francisci Pp. 545

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 Acta Francisci Pp. 549

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 Acta Francisci Pp. 555

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 Acta Francisci Pp. 561

 562 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

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 Acta Francisci Pp. 569

 570 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 571

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 Acta Francisci Pp. 575

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 Acta Francisci Pp. 579

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 Acta Congregationum 587

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 Acta Congregationum 589

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 Acta Congregationum 591

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 Acta Congregationum 593

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 Acta Congregationum 595

 596 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Diarium Romanae Curiae 597

 598 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Acta Francisci Pp. 541

porta le cicatrici del dolore e dell'incertezza. Di fronte al grido sofferto

di misericordia e di pace, sentiamo oggi rivolto a ciascuno di noi l'invito

fiducioso di Gesù: « Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi ».2

Ogni infermità può trovare nella misericordia di Dio un soccorso effi-

cace. La sua misericordia, infatti, non si ferma a distanza: desidera venire

incontro a tutte le povertà e liberare dalle tante forme di schiavitù che

affliggono il nostro mondo. Vuole raggiungere le ferite di ciascuno, per

medicarle. Essere apostoli di misericordia significa toccare e accarezzare le

sue piaghe, presenti anche oggi nel corpo e nell'anima di tanti suoi fratelli

e sorelle. Curando queste piaghe professiamo Gesù, lo rendiamo presente

e vivo; permettiamo ad altri, che toccano con mano la sua misericordia, di

riconoscerlo « Signore e Dio »,3 come fece l'apostolo Tommaso. È questa la

missione che ci viene affidata. Tante persone chiedono di essere ascoltate

e comprese. Il Vangelo della misericordia, da annunciare e scrivere nella

vita, cerca persone con il cuore paziente e aperto, « buoni samaritani » che

conoscono la compassione e il silenzio dinanzi al mistero del fratello e della

sorella; domanda servi generosi e gioiosi, che amano gratuitamente senza

pretendere nulla in cambio.

« Pace a voi! »: 4 è il saluto che Cristo porta ai suoi discepoli; è la stessa

pace, che attendono gli uomini del nostro tempo. Non è una pace negoziata,

non è la sospensione di qualcosa che non va: è la sua pace, la pace che

proviene dal cuore del Risorto, la pace che ha vinto il peccato, la morte

e la paura. È la pace che non divide, ma unisce; è la pace che non lascia

soli, ma ci fa sentire accolti e amati; è la pace che permane nel dolore

e fa fiorire la speranza. Questa pace, come nel giorno di Pasqua, nasce

e rinasce sempre dal perdono di Dio, che toglie l'inquietudine dal cuore.

Essere portatrice della sua pace: questa è la missione affidata alla Chiesa

il giorno di Pasqua. Siamo nati in Cristo come strumenti di riconciliazione,

per portare a tutti il perdono del Padre, per rivelare il suo volto di solo

amore nei segni della misericordia.

Nel Salmo responsoriale è stato proclamato: « Il suo amore è per sem-

pre ».5 È vero, la misericordia di Dio è eterna; non finisce, non si esaurisce,

2 v. 21. 3 Cfr v. 28. 4 v. 21. 5 117/118, 2.