ACTA APOSTOLICAE SEDIS

 520 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

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 Diarium Romanae Curiae 597

 598 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

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violenza e distruzione. Osarono cercare soluzioni multilaterali ai problemi

che poco a poco diventavano comuni.

Robert Schuman, in quello che molti riconoscono come l'atto di nascita

della prima comunità europea, disse: « L'Europa non si farà in un colpo solo,

né attraverso una costruzione d'insieme; essa si farà attraverso realizzazioni

concrete, creanti anzitutto una solidarietà di fatto ».6 Proprio ora, in questo

nostro mondo dilaniato e ferito, occorre ritornare a quella solidarietà di

fatto, alla stessa generosità concreta che seguì il secondo conflitto mondia-

le, perché - proseguiva Schuman - « la pace mondiale non potrà essere

salvaguardata senza sforzi creatori che siano all'altezza dei pericoli che

la minacciano ».7 I progetti dei Padri fondatori, araldi della pace e profeti

dell'avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire

ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non ac-

contentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere

qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente ra-

dicate; come affermava Alcide De Gasperi, « tutti egualmente animati dalla

preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra

Patria Europa », ricominciare, senza paura un « lavoro costruttivo che esige

tutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione ».8

Questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per

affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni,

accettando con determinazione la sfida di « aggiornare » l'idea di Europa.

Un'Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capaci-

tà: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare.

Capacità di integrare

Erich Przywara, nella sua magnifica opera L'idea di Europa, ci sfida

a pensare la città come un luogo di convivenza tra varie istanze e livelli.

Egli conosceva quella tendenza riduzionistica che abita in ogni tentativo

di pensare e sognare il tessuto sociale. La bellezza radicata in molte delle

nostre città si deve al fatto che sono riuscite a conservare nel tempo le

differenze di epoche, di nazioni, di stili, di visioni. Basta guardare l'inesti-

mabile patrimonio culturale di Roma per confermare ancora una volta che

6 Dichiarazione del 9 Maggio 1950, Salon de l'Horloge, Quai d'Orsay, Parigi. 7 Ibid. 8 Discorso alla Conferenza Parlamentare Europea, Parigi, 21 aprile 1954.