ACTA APOSTOLICAE SEDIS

 520 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

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 Acta Francisci Pp. 527

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 Acta Francisci Pp. 567

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 Acta Francisci Pp. 569

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 Acta Francisci Pp. 571

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 Acta Francisci Pp. 575

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 Acta Francisci Pp. 577

 578 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

 Acta Francisci Pp. 579

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 Acta Congregationum 589

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 Acta Congregationum 595

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 Diarium Romanae Curiae 597

 598 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

572 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

la ricchezza e il valore di un popolo si radica proprio nel saper articolare

tutti questi livelli in una sana convivenza. I riduzionismi e tutti gli intenti

uniformanti, lungi dal generare valore, condannano i nostri popoli a una

crudele povertà: quella dell'esclusione. E lungi dall'apportare grandezza,

ricchezza e bellezza, l'esclusione provoca viltà, ristrettezza e brutalità. Lungi

dal dare nobiltà allo spirito, gli apporta meschinità.

Le radici dei nostri popoli, le radici dell'Europa si andarono consolidando

nel corso della sua storia imparando a integrare in sintesi sempre nuove le

culture più diverse e senza apparente legame tra loro. L'identità europea

è, ed è sempre stata, un'identità dinamica e multiculturale.

L'attività politica sa di avere tra le mani questo lavoro fondamentale e

non rinviabile. Sappiamo che « il tutto è più delle parti, e anche della loro

semplice somma », per cui si dovrà sempre lavorare per « allargare lo sguar-

do per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi ».9

Siamo invitati a promuovere un'integrazione che trova nella solidarietà il

modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia. Una solidarietà

che non può mai essere confusa con l'elemosina, ma come generazione di

opportunità perché tutti gli abitanti delle nostre città - e di tante altre

città - possano sviluppare la loro vita con dignità. Il tempo ci sta inse-

gnando che non basta il solo inserimento geografico delle persone, ma la

sfida è una forte integrazione culturale.

In questo modo la comunità dei popoli europei potrà vincere la tentazione

di ripiegarsi su paradigmi unilaterali e di avventurarsi in « colonizzazioni ideo-

logiche »; riscoprirà piuttosto l'ampiezza dell'anima europea, nata dall'incontro

di civiltà e popoli, più vasta degli attuali confini dell'Unione e chiamata a

diventare modello di nuove sintesi e di dialogo. Il volto dell'Europa non si

distingue infatti nel contrapporsi ad altri, ma nel portare impressi i tratti

di varie culture e la bellezza di vincere le chiusure. Senza questa capacità di

integrazione le parole pronunciate da Konrad Adenauer nel passato risuone-

ranno oggi come profezia di futuro: « Il futuro dell'Occidente non è tanto mi-

nacciato dalla tensione politica, quanto dal pericolo della massificazione, della

uniformità del pensiero e del sentimento; in breve, da tutto il sistema di vita,

dalla fuga dalla responsabilità, con l'unica preoccupazione per il proprio io ».10

9 Esort. ap. Evangelii gaudium, 235. 10 Discorso all'Assemblea degli artigiani tedeschi, Düsseldorf, 27 aprile 1952.