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Nel Parlamento europeo mi sono permesso di parlare di Europa nonna.
Dicevo agli Eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale
di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali
che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa
decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice.
Un'Europa tentata di voler assicurare e dominare spazi più che generare
processi di inclusione e trasformazione; un'Europa che si va « trincerando »
invece di privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società;
dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gli attori so-
ciali (gruppi e persone) nella ricerca di nuove soluzioni ai problemi attuali,
che portino frutto in importanti avvenimenti storici; un'Europa che lungi
dal proteggere spazi si renda madre generatrice di processi.3
Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell'uo-
mo, della democrazia e della libertà? Che cosa ti è successo, Europa terra
di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa
madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno
saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?
Lo scrittore Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti,
diceva che oggi è capitale realizzare una « trasfusione di memoria ». È ne-
cessario « fare memoria », prendere un po' di distanza dal presente per
ascoltare la voce dei nostri antenati. La memoria non solo ci permetterà di
non commettere gli stessi errori del passato,4 ma ci darà accesso a quelle
acquisizioni che hanno aiutato i nostri popoli ad attraversare positivamente
gli incroci storici che andavano incontrando. La trasfusione della memoria
ci libera da quella tendenza attuale spesso più attraente di fabbricare in
fretta sulle sabbie mobili dei risultati immediati che potrebbero produrre
« una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono
la pienezza umana ».5
A tal fine ci farà bene evocare i Padri fondatori dell'Europa. Essi seppero
cercare strade alternative, innovative in un contesto segnato dalle ferite
della guerra. Essi ebbero l'audacia non solo di sognare l'idea di Europa,
ma osarono trasformare radicalmente i modelli che provocavano soltanto
3 Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 223. 4 Ibid., 108. 5 Ibid., 224.