suum propositum adhortationem sumpsit apostoli Pauli ad Timotheum:
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 51
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 53
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale24
L'odierno incontro cade quasi alla vigilia del 25º anniversario della pro-
mulgazione della Costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister. Con
tale documento, pubblicato il 25 gennaio del 1983 e tuttora in vigore, il mio
amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, volle rivedere la
procedura delle Cause dei Santi e, allo stesso tempo, provvedere ad un rias-
setto interno della Congregazione che venisse incontro alle esigenze degli
studiosi e ai desideri dei pastori che, a più riprese, avevano sollecitato, nelle
cause di beatificazione e di canonizzazione, una maggiore agilità di procedu-
ra, pur conservando sempre la solidità delle ricerche in questo campo tanto
importante per la vita della Chiesa. Attraverso le beatificazioni e le canoniz-
zazioni, infatti, essa rende grazie a Dio per il dono di suoi figli che hanno
saputo rispondere generosamente alla grazia divina, li onora e li invoca come
intercessori. In pari tempo, presenta questi fulgidi esempi all'imitazione di
tutti i fedeli chiamati con il battesimo alla santità che è traguardo proposto
ad ogni stato di vita. I santi e i beati, confessando con la loro esistenza Cristo,
la sua persona, la sua dottrina e rimanendo a Lui strettamente uniti, sono
quasi un'illustrazione vivente dell'uno e dell'altro aspetto della perfezione del
divino Maestro.
Al tempo stesso, guardando a tanti nostri fratelli e sorelle, che in ogni
epoca hanno fatto di se stessi un'offerta totale a Dio per il suo Regno, le
comunità ecclesiali sono portate a prendere atto della necessità che anche in
questo nostro tempo ci siano testimoni capaci di incarnare la perenne verità
del Vangelo nelle circostanze concrete della vita, facendone uno strumento di
salvezza per il mondo intero. Anche a questo ho voluto far riferimento scri-
vendo nella recente enciclica Spe salvi che « il nostro agire non è indifferente
davanti a Dio e quindi non è neppure indifferente per lo svolgimento della
storia. Possiamo aprire noi stessi e il mondo all'ingresso di Dio: della verità,
dell'amore, del bene. È quanto hanno fatto i santi che, come "collaboratori di
Dio", hanno contribuito alla salvezza del mondo ».1 Negli ultimi decenni è
aumentato l'interesse religioso e culturale per i campioni della santità cristia-
na, che mostrano il vero volto della Chiesa, sposa di Cristo « senza macchia né
ruga ».2 I santi, se giustamente presentati nel loro dinamismo spirituale e nella
loro realtà storica, contribuiscono a rendere più credibile ed attraente la
parola del Vangelo e la missione della Chiesa. Il contatto con essi apre la
strada a vere risurrezioni spirituali, a conversioni durature e alla fioritura di
1 N. 35. 2 Ef 5, 27.