suum propositum adhortationem sumpsit apostoli Pauli ad Timotheum:
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materna con il Figlio, ne ha condiviso la missione per noi e per la salvezza di
tutti gli uomini. ContemplandoLa, la Chiesa scorge in Lei i tratti della propria
fisionomia: Maria vive la fede e la carità; Maria è una creatura, salvata
anch'essa dall'unico Salvatore; Maria collabora all'iniziativa di salvezza del-
l'intera umanità. Cosı̀ Maria costituisce per la Chiesa la propria immagine più
vera: Colei nella quale la Comunità ecclesiale deve continuamente scoprire il
senso autentico della sua vocazione e del proprio mistero.
Questo breve ma denso brano paolino prosegue poi mostrando come il
fatto che il Figlio abbia assunto la natura umana apra la prospettiva di un
radicale mutamento della stessa condizione dell'uomo. Vi si dice che «Dio
mandò il suo Figlio... per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché
ricevessimo l'adozione a figli ».2 Il Verbo incarnato trasforma dall'interno
l'esistenza umana, partecipando a noi il suo essere Figlio del Padre. Si è fatto
come noi per farci come Lui: figli nel Figlio, dunque uomini liberi dalla legge
del peccato. Non è questo un motivo fondamentale per elevare a Dio il nostro
ringraziamento? Un ringraziamento che non può non essere ancor più moti-
vato alla fine di un anno, considerando i tanti benefici e la costante sua
assistenza che abbiamo sperimentato nell'arco dei dodici mesi trascorsi. Ecco
perché ogni comunità cristiana, questa sera, si raccoglie e canta il Te Deum,
tradizionale inno di lode e di azione di grazie alla Santissima Trinità. Cosı̀
faremo anche noi, al termine di questo nostro incontro liturgico, dinanzi al
Santissimo Sacramento.
Cantando pregheremo: «Te ergo, quaesumus, tuis famulis subveni, quos
pretioso sanguine redemisti - Soccorri, te ne preghiamo, i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo sangue prezioso ». Questa è la nostra preghiera, sta-
sera: soccorri, Signore, con la tua misericordia gli abitanti della nostra Città,
nella quale, come altrove, gravi carenze e povertà pesano sulla vita delle
persone e delle famiglie, impedendo di guardare al futuro con fiducia; non
pochi, soprattutto giovani, sono attratti da una falsa esaltazione o, meglio,
profanazione del corpo e dalla banalizzazione della sessualità; come enume-
rare poi le molteplici sfide che, legate al consumismo e al secolarismo, inter-
pellano i credenti e gli uomini di buona volontà? Per dire tutto in una parola,
anche a Roma si avverte quel deficit di speranza e di fiducia nella vita che
costituisce il male « oscuro » della moderna società occidentale.
2 Gal 4, 5.