suum propositum adhortationem sumpsit apostoli Pauli ad Timotheum:
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale8
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale10
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale12
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale14
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale16
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale18
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale20
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale22
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale24
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale26
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale28
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale30
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale32
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale34
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale36
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale38
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale40
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale42
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale44
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale46
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale50
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 51
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale52
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 53
Acta Benedicti Pp. XVI 13
Per questo, animati da filiale confidenza, Le diciamo: « Insegnaci, Maria, a
credere, a sperare e ad amare con Te; indicaci la via che conduce alla pace, la
via verso il regno di Gesù. Tu, Stella della speranza, che trepidante ci attendi
nella luce intramontabile dell'eterna Patria, brilla su di noi e guidaci nelle
vicende di ogni giorno, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen! ».
II
In nocte Sollemnitatis Nativitatis Domini.*
Cari fratelli e sorelle,
« Per Maria si compirono i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non
c'era posto per loro nell'albergo ».1 Queste frasi, sempre di nuovo ci toccano il
cuore. È arrivato il momento che l'Angelo aveva preannunziato a Nazaret:
«Darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio
dell'Altissimo ».2 È arrivato il momento che Israele aveva atteso da tanti
secoli, durante tante ore buie - il momento in qualche modo atteso da tutta
l'umanità in figure ancora confuse: che Dio si prendesse cura di noi, che
uscisse dal suo nascondimento, che il mondo diventasse sano e che Egli rin-
novasse tutto. Possiamo immaginare con quanta preparazione interiore, con
quanto amore Maria sia andata incontro a quell'ora. Il breve accenno: « Lo
avvolse in fasce » ci lascia intravedere qualcosa della santa gioia e dello zelo
silenzioso di quella preparazione. Erano pronte le fasce, affinché il bimbo
potesse essere accolto bene. Ma nell'albergo non c'è posto. In qualche modo
l'umanità attende Dio, la sua vicinanza. Ma quando arriva il momento, non
ha posto per Lui. È tanto occupata con se stessa, ha bisogno di tutto lo spazio
e di tutto il tempo in modo cosı̀ esigente per le proprie cose, che non rimane
nulla per l'altro - per il prossimo, per il povero, per Dio. E quanto più gli
uomini diventano ricchi, tanto più riempiono tutto con se stessi. Tanto meno
può entrare l'altro.
Giovanni, nel suo Vangelo, puntando all'essenziale ha approfondito la
breve notizia di san Luca sulla situazione in Betlemme: «Venne fra la sua
* Die 24 Decembris 2007. 1 Lc 2, 6s. 2 Lc 1, 31-32.