ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 99

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 Acta Benedicti Pp. XVI 109

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 Acta Benedicti Pp. XVI 111

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 Acta Benedicti Pp. XVI 113

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale114

 Acta Benedicti Pp. XVI 115

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 Acta Benedicti Pp. XVI 117

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 Acta Benedicti Pp. XVI 119

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 Acta Benedicti Pp. XVI 121

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale122

 Acta Benedicti Pp. XVI 123

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 Acta Benedicti Pp. XVI 125

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 Acta Benedicti Pp. XVI 127

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale128

 Acta Benedicti Pp. XVI 129

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 Congregatio pro Episcopis 131

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale132

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 133

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale134

 Diarium Romanae Curiae 135

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale136

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale86

che il Signore ha operato in loro. Nel ringraziarvi per essere convenuti cosı̀

numerosi, in questa giornata a voi particolarmente dedicata, desidero salu-

tare con grande affetto ciascuno di voi: religiosi, religiose e persone consa-

crate, esprimendovi cordiale vicinanza e vivo apprezzamento per il bene che

realizzate a servizio del Popolo di Dio.

La breve lettura tratta dalla Lettera agli Ebrei, che poco fa è stata pro-

clamata, unisce bene i motivi che stanno all'origine di questa significativa e

bella ricorrenza e ci offre alcuni spunti di riflessione. Questo testo - si tratta

di due versetti, ma molto densi - apre la seconda parte della Lettera agli

Ebrei, introducendo il tema centrale di Cristo sommo sacerdote. Veramente

bisognerebbe considerare anche il versetto immediatamente precedente, che

dice: « Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato

attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della

fede ».3 Questo versetto mostra Gesù che ascende al Padre; quello successivo

lo presenta mentre discende verso gli uomini. Cristo è presentato come il

Mediatore: è vero Dio e vero uomo, perciò appartiene realmente al mondo

divino e a quello umano.

In realtà, è proprio e solamente a partire da questa fede, da questa pro-

fessione di fede in Gesù Cristo, il Mediatore unico e definitivo, che nella Chiesa

ha senso una vita consacrata, una vita consacrata a Dio mediante Cristo. Ha

senso solo se Lui è veramente mediatore tra Dio e noi, altrimenti si tratterebbe

solo di una forma di sublimazione o di evasione. Se Cristo non fosse veramen-

te Dio, e non fosse, al tempo stesso, pienamente uomo, verrebbe meno il

fondamento della vita cristiana in quanto tale, ma, in modo del tutto parti-

colare, verrebbe meno il fondamento di ogni consacrazione cristiana dell'uo-

mo e della donna. La vita consacrata, infatti, testimonia ed esprime in modo

« forte » proprio il cercarsi reciproco di Dio e dell'uomo, l'amore che li attrae;

la persona consacrata, per il fatto stesso di esserci, rappresenta come un

« ponte » verso Dio per tutti coloro che la incontrano, un richiamo, un rinvio.

E tutto questo in forza della mediazione di Gesù Cristo, il Consacrato del

Padre. Il fondamento è Lui! Lui, che ha condiviso la nostra fragilità, perché

noi potessimo partecipare della sua natura divina.

Il nostro testo insiste, più che sulla fede, sulla « fiducia » con cui possiamo

accostarci al « trono della grazia », dal momento che il nostro sommo sacerdote

è stato Lui stesso « messo alla prova in ogni cosa come noi ». Possiamo acco-

3 Eb 4, 14.