ACTA BENEDICTI PP. XVI

 pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus episcopalem se-

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

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 Acta Benedicti Pp. XVI 91

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 Acta Benedicti Pp. XVI 93

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 Acta Benedicti Pp. XVI 95

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 Acta Benedicti Pp. XVI 97

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale98

 Acta Benedicti Pp. XVI 99

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 Acta Benedicti Pp. XVI 101

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale102

 Acta Benedicti Pp. XVI 103

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale104

 Acta Benedicti Pp. XVI 105

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale106

 Acta Benedicti Pp. XVI 107

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale108

 Acta Benedicti Pp. XVI 109

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale110

 Acta Benedicti Pp. XVI 111

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale112

 Acta Benedicti Pp. XVI 113

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale114

 Congregatio pro Episcopis 115

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale116

 DIARIUM ROMANAE CURIAE

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale118

 Diarium Romanae Curiae 119

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale120

Acta Benedicti Pp. XVI 113

ner autonomo della teologia e della fede in questa riflessa. Non possiamo qui

soffermarci sull'avvincente confronto che ne derivò. Io direi che l'idea di san

Tommaso circa il rapporto tra filosofia e teologia potrebbe essere espressa

nella formula trovata dal Concilio di Calcedonia per la cristologia: filosofia e

teologia devono rapportarsi tra loro « senza confusione e senza separazione ».

« Senza confusione » vuol dire che ognuna delle due deve conservare la propria

identità. La filosofia deve rimanere veramente una ricerca della ragione nella

propria libertà e nella propria responsabilità; deve vedere i suoi limiti e

proprio cosı̀ anche la sua grandezza e vastità. La teologia deve continuare

ad attingere ad un tesoro di conoscenza che non ha inventato essa stessa, che

sempre la supera e che, non essendo mai totalmente esauribile mediante la

riflessione, proprio per questo avvia sempre di nuovo il pensiero. Insieme al

« senza confusione » vige anche il « senza separazione »: la filosofia non rico-

mincia ogni volta dal punto zero del soggetto pensante in modo isolato, ma

sta nel grande dialogo della sapienza storica, che essa criticamente e insieme

docilmente sempre di nuovo accoglie e sviluppa; ma non deve neppure chiu-

dersi davanti a ciò che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno

ricevuto e donato all'umanità come indicazione del cammino. Varie cose

dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle

autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondo-

no. Ma allo stesso tempo è vero che la storia dei santi, la storia dell'umane-

simo cresciuto sulla basa della fede cristiana dimostra la verità di questa fede

nel suo nucleo essenziale, rendendola con ciò anche un'istanza per la ragione

pubblica. Certo, molto di ciò che dicono la teologia e la fede può essere fatto

proprio soltanto all'interno della fede e quindi non può presentarsi come

esigenza per coloro ai quali questa fede rimane inaccessibile. È vero, però,

al contempo che il messaggio della fede cristiana non è mai soltanto una

« comprehensive religious doctrine » nel senso di Rawls, ma una forza purificatrice

per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa. Il messaggio cristiano, in

base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità

e cosı̀ una forza contro la pressione del potere e degli interessi.

Ebbene, finora ho solo parlato dell'università medievale, cercando tutta-

via di lasciar trasparire la natura permanente dell'università e del suo com-

pito. Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che

nell'università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitut-

to nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di

sperimentazione e di presupposta razionalità della materia; in secondo luogo,