ACTA BENEDICTI PP. XVI

 pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus episcopalem se-

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 Congregatio pro Episcopis 115

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 DIARIUM ROMANAE CURIAE

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 Diarium Romanae Curiae 119

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale96

ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo. Come

ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, i beni materiali rivestono una

valenza sociale, secondo il principio della loro destinazione universale.3

Nel Vangelo è chiaro il monito di Gesù verso chi possiede e utilizza solo

per sé le ricchezze terrene. Di fronte alle moltitudini che, carenti di tutto,

patiscono la fame, acquistano il tono di un forte rimprovero le parole di san

Giovanni: « Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il proprio fratello

in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? ».4

Con maggiore eloquenza risuona il richiamo alla condivisione nei Paesi la cui

popolazione è composta in maggioranza da cristiani, essendo ancor più grave

la loro responsabilità di fronte alle moltitudini che soffrono nell'indigenza e

nell'abbandono. Soccorrerle è un dovere di giustizia prima ancora che un atto

di carità.

3. Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell'elemosina cristia-

na: deve essere nascosta. « Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra »,

dice Gesù, « perché la tua elemosina resti segreta ».5 E poco prima aveva detto

che non ci si deve vantare delle proprie buone azioni, per non rischiare di

essere privati della ricompensa celeste.6 La preoccupazione del discepolo è che

tutto vada a maggior gloria di Dio. Gesù ammonisce: « Cosı̀ risplenda la

vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e ren-

dano gloria al Padre vostro che è nei cieli ».7 Tutto deve essere dunque com-

piuto a gloria di Dio e non nostra. Questa consapevolezza accompagni, cari

fratelli e sorelle, ogni gesto di aiuto al prossimo evitando che si trasformi in

un mezzo per porre in evidenza noi stessi. Se nel compiere una buona azione

non abbiamo come fine la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli, ma miriamo

piuttosto ad un ritorno di interesse personale o semplicemente di plauso, ci

poniamo fuori dell'ottica evangelica. Nella moderna società dell'immagine

occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente. L'ele-

mosina evangelica non è semplice filantropia: è piuttosto un'espressione con-

creta della carità, virtù teologale che esige l'interiore conversione all'amore di

Dio e dei fratelli, ad imitazione di Gesù Cristo, il quale morendo in croce donò

tutto se stesso per noi. Come non ringraziare Dio per le tante persone che nel

3 Cfr n. 2404. 4 1 Gv 3, 17. 5 Mt 6, 3-4. 6 Cfr Mt 6, 1-2. 7 Mt 5, 16.