ACTA BENEDICTI PP. XVI

 nata matrimonio cum Iosepho Borzęcki se coniunxit. Uxor fuit perdiligens et

 Acta Benedicti Pp. XVI 683

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale684

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 Acta Benedicti Pp. XVI 705

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale720

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 Acta Benedicti Pp. XVI 723

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 Acta Benedicti Pp. XVI 733

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 Acta Benedicti Pp. XVI 735

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale738

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 visibilmente e chiaramente nello stile di vita, nel lavoro e nella preghiera

 NUNTIUS

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale742

 Acta Benedicti Pp. XVI 743

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale744

 Congregatio pro Episcopis 745

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale746

 Diarium Romanae Curiae 747

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale748

 Diarium Romanae Curiae 749

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale750

 Diarium Romanae Curiae 751

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale718

me sino alla fine del mondo.4 È importante essere chicchi di buon grano che,

caduti in terra, portano frutto. Approfondite la consapevolezza della vostra

identità: il sacerdote, per la Chiesa e nella Chiesa, è segno umile ma reale

dell'unico ed eterno Sacerdote che è Gesù. Deve proclamarne autorevolmente

la parola, rinnovarne i gesti di perdono e di offerta, esercitarne l'amorevole

sollecitudine al servizio del suo gregge, in comunione con i Pastori e fedel-

mente docile agli insegnamenti del Magistero. Ravvivate dunque ogni giorno

il carisma che avete ricevuto con l'imposizione delle mani,5 identificandovi

con Gesù Cristo nella sua triplice funzione di santificare, ammaestrare e

pascere il gregge. Vi protegga e vi accompagni Maria Santissima, Madre della

Chiesa. Quanto a me, tutti vi benedico, con uno speciale ricordo per i sacer-

doti anziani e malati, e per le persone affidate alle vostre cure pastorali.

Grazie per questo incontro e auguri per il vostro ministero.

II

Dialogus cum diurnariis habitus in aereo itinere ex urbe Roma in urbem Lutetiam

Parisiorum.*

« Francia, sei fedele alle promesse del tuo battesimo? » aveva chiesto nel 1980

Giovanni Paolo II durante il suo primo viaggio. Oggi quale sarà il Suo messaggio

ai Francesi? Pensa che, a causa della laicità, la Francia stia perdendo la sua

identità cristiana?

Mi sembra evidente oggi che la laicità di per sé non è in contraddizione con

la fede. Direi anzi che è un frutto della fede, perché la fede cristiana era, fin

dall'inizio, una religione universale, dunque non identificabile con uno Stato,

una religione presente in tutti gli Stati e diversa da ogni Stato. Per i cristiani

è sempre stato chiaro che la religione e la fede non stanno nella sfera politica,

ma si pongono in un'altra sfera della vita umana... La politica, lo Stato non è

una religione ma una realtà profana con una missione specifica. Le due realtà

devono essere aperte l'una all'altra. In tal senso direi oggi, per i Francesi, e

non solo per i Francesi, per noi cristiani nel mondo secolarizzato di oggi, è

4 Cfr. Mt 13, 30. 5 Cfr. 2 Tm 1, 6.

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* Die 12 Septembris 2008.