ACTA BENEDICTI PP. XVI

 nata matrimonio cum Iosepho Borzęcki se coniunxit. Uxor fuit perdiligens et

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 visibilmente e chiaramente nello stile di vita, nel lavoro e nella preghiera

 NUNTIUS

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 Acta Benedicti Pp. XVI 743

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 Congregatio pro Episcopis 745

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 Diarium Romanae Curiae 747

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 Diarium Romanae Curiae 749

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 Diarium Romanae Curiae 751

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale686

Santo: « Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato

Emmanuele, che significa Dio con noi ».4

Possiamo cosı̀, ancora una volta, contemplare il posto che Maria occupa

nel disegno salvifico di Dio, quel « disegno » che ritroviamo nella seconda

lettura, tratta dalla Lettera ai Romani. Qui l'apostolo Paolo esprime in due

versetti di singolare densità la sintesi di ciò che è l'esistenza umana da un

punto di vista meta-storico: una parabola di salvezza che parte da Dio e a Lui

nuovamente giunge; una parabola interamente mossa e governata dal suo

amore. Si tratta di un disegno salvifico tutto permeato dalla libertà divina,

che attende tuttavia dalla libertà umana un contributo fondamentale: la

corrispondenza della creatura all'amore del Creatore. Ed è qui, in questo

spazio dell'umana libertà, che percepiamo la presenza della Vergine Maria,

senza che venga mai esplicitamente nominata: Ella infatti è, in Cristo, pri-

mizia e modello di « coloro che amano Dio ».5 Nella predestinazione di Gesù è

inscritta la predestinazione di Maria, come pure quella di ogni persona uma-

na. Nell'« eccomi » del Figlio trova eco fedele l'« eccomi » della Madre,6 come

anche l'« eccomi » di tutti i figli adottivi nel Figlio, di tutti noi appunto.

Cari amici di Cagliari e della Sardegna, anche il vostro popolo, grazie alla

fede in Cristo e mediante la spirituale maternità di Maria e della Chiesa, è

stato chiamato ad inserirsi nella spirituale « genealogia » del Vangelo. In Sar-

degna il cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori o per

imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri che qui hanno

donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini. È nelle

vostre miniere che risuonò per la prima volta la Buona Novella portata dal

Papa Ponziano e dal presbitero Ippolito e da tanti fratelli condannati ad

metalla per la loro fede in Cristo. Cosı̀ anche Saturnino, Gavino, Proto e

Gianuario, Simplicio, Lussorio, Efisio, Antioco sono stati testimoni della

totale dedizione a Cristo come vero Dio e Signore. La testimonianza del

martirio conquistò un animo fiero come quello dei Sardi, istintivamente re-

frattario a tutto ciò che veniva dal mare. Dall'esempio dei martiri prese

vigore il vescovo Lucifero di Cagliari, che difese l'ortodossia contro l'ariane-

simo e si oppose, insieme ad Eusebio di Vercelli, anch'egli cagliaritano, alla

condanna di Atanasio nel Concilio di Milano del 335, e per questo ambedue,

Lucifero ed Eusebio, vennero condannati all'esilio, un esilio molto duro. La

4 Mt 1, 23; cfr. Is 7, 14. 5 Rm 8, 28. 6 Cfr. Eb 10, 6.