ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte

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 Acta Benedicti Pp. XVI 43

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 Acta Benedicti Pp. XVI 47

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 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Acta Benedicti Pp. XVI 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Acta Benedicti Pp. XVI 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

 Acta Benedicti Pp. XVI 57

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale58

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Congregatio pro Episcopis 67

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale68

 Congregatio pro Episcopis 69

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 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

 Diarium Romanae Curiae 73

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale74

 Diarium Romanae Curiae 75

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale76

 Diarium Romanae Curiae 77

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale78

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

prima educazione consiste nell'imparare a riconoscere nell'uomo l'immagine

del Creatore e, di conseguenza, ad avere un profondo rispetto per ogni essere

umano e aiutare gli altri a realizzare una vita conforme a questa altissima

dignità. Non bisogna dimenticare mai che « l'autentico sviluppo dell'uomo

riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione »,6

inclusa quella trascendente, e che non si può sacrificare la persona per

raggiungere un bene particolare, sia esso economico o sociale, individuale

o collettivo.

Solo nella relazione con Dio l'uomo comprende anche il significato della

propria libertà. Ed è compito dell'educazione quello di formare all'autentica

libertà. Questa non è l'assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio, non è

l'assolutismo dell'io. L'uomo che crede di essere assoluto, di non dipendere da

niente e da nessuno, di poter fare tutto ciò che vuole, finisce per contraddire

la verità del proprio essere e per perdere la sua libertà. L'uomo, invece,

è un essere relazionale, che vive in rapporto con gli altri e, soprattutto, con

Dio. L'autentica libertà non può mai essere raggiunta nell'allontanamento

da Lui.

La libertà è un valore prezioso, ma delicato; può essere fraintesa e usata

male. « Oggi un ostacolo particolarmente insidioso all'opera educativa è

costituito dalla massiccia presenza, nella nostra società e cultura, di quel

relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima

misura solo il proprio io con le sue voglie, e sotto l'apparenza della libertà

diventa per ciascuno una prigione, perché separa l'uno dall'altro, riducendo

ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio « io ». Dentro ad un tale

orizzonte relativistico non è possibile, quindi, una vera educazione: senza la

luce della verità prima o poi ogni persona è infatti condannata a dubitare

della bontà della stessa vita e dei rapporti che la costituiscono, della validità

del suo impegno per costruire con gli altri qualcosa in comune ».7

Per esercitare la sua libertà, l'uomo deve dunque superare l'orizzonte

relativistico e conoscere la verità su se stesso e la verità circa il bene e il

male. Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a

darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce lo chiama ad amare

e a fare il bene e a fuggire il male, ad assumere la responsabilità del bene

6 Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 11: AAS 101 (2009), 648;

cfr Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 14: AAS 59 (1967), 264. 7 Benedetto XVI, Discorso in occasione dell'apertura del Convegno ecclesiale diocesano nella

Basilica di san Giovanni in Laterano (6 giugno 2005): AAS 97 (2005), 816.