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3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 71
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Acta Benedicti Pp. XVI 7
fine ».3 Non sappiamo se il profeta con questa parola abbia pensato a un
qualche bambino nato nel suo periodo storico. Sembra però impossibile.
Questo è l'unico testo nell'Antico Testamento in cui di un bambino, di un
essere umano si dice: il suo nome sarà Dio potente, Padre per sempre. Siamo
di fronte ad una visione che va di gran lunga al di là del momento storico
verso ciò che è misterioso, collocato nel futuro. Un bambino, in tutta la sua
debolezza, è Dio potente. Un bambino, in tutta la sua indigenza e dipenden-
za, è Padre per sempre. « E la pace non avrà fine ». Il profeta ne aveva prima
parlato come di « una grande luce » e a proposito della pace proveniente da
Lui aveva affermato che il bastone dell'aguzzino, ogni calzatura di soldato
che marcia rimbombando, ogni mantello intriso di sangue sarebbero stati
bruciati.4
Dio è apparso - come bambino. Proprio cosı̀ Egli si contrappone ad ogni
violenza e porta un messaggio che è pace. In questo momento, in cui il mondo
è continuamente minacciato dalla violenza in molti luoghi e in molteplici
modi; in cui ci sono sempre di nuovo bastoni dell'aguzzino e mantelli intrisi
di sangue, gridiamo al Signore: Tu, il Dio potente, sei apparso come bambino
e ti sei mostrato a noi come Colui che ci ama e mediante il quale l'amore
vincerà. E ci hai fatto capire che, insieme con Te, dobbiamo essere operatori
di pace. Amiamo il Tuo essere bambino, la Tua non violenza, ma soffriamo
per il fatto che la violenza perdura nel mondo, e cosı̀ Ti preghiamo anche:
dimostra la Tua potenza, o Dio. In questo nostro tempo, in questo nostro
mondo, fa' che i bastoni dell'aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali
rimbombanti dei soldati vengano bruciati, cosı̀ che la Tua pace vinca in
questo nostro mondo.
Natale è epifania - il manifestarsi di Dio e della sua grande luce in un
bambino che è nato per noi. Nato nella stalla di Betlemme, non nei palazzi dei
re. Quando, nel 1223, San Francesco di Assisi celebrò a Greccio il Natale con
un bue e un asino e una mangiatoia piena di fieno, si rese visibile una nuova
dimensione del mistero del Natale. Francesco di Assisi ha chiamato il Natale
« la festa delle feste » - più di tutte le altre solennità - e l'ha celebrato con
« ineffabile premura ».5 Baciava con grande devozione le immagini del bambi-
nello e balbettava parole di dolcezza alla maniera dei bambini, ci racconta
3 Is 9, 5s. 4 Cfr Is 9, 1.3-4. 5 2 Celano, 199: Fonti Francescane, 787.