ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 5

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 Acta Benedicti Pp. XVI 9

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 Acta Benedicti Pp. XVI 25

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale36

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 3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte

 Acta Benedicti Pp. XVI 39

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale42

 Acta Benedicti Pp. XVI 43

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale44

 Acta Benedicti Pp. XVI 45

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale46

 Acta Benedicti Pp. XVI 47

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48

 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Acta Benedicti Pp. XVI 51

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale52

 Acta Benedicti Pp. XVI 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Acta Benedicti Pp. XVI 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

 Acta Benedicti Pp. XVI 57

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale58

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Congregatio pro Episcopis 67

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale68

 Congregatio pro Episcopis 69

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale70

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

 Diarium Romanae Curiae 73

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale74

 Diarium Romanae Curiae 75

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale76

 Diarium Romanae Curiae 77

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale78

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale32

del bene, il pentimento per non aver risposto a questo amore, e chiedo da Dio,

che è il Bene, il perdono, Egli lo dona. Ma c'è un secondo elemento: il peccato

non è solamente una cosa « personale », individuale, tra me e Dio. Il peccato

ha sempre anche una dimensione sociale, orizzontale. Con il mio peccato

personale, anche se forse nessuno lo sa, ho danneggiato anche la comunione

della Chiesa, ho sporcato la comunione della Chiesa, ho sporcato l'umanità. E

perciò questa dimensione sociale, orizzontale, del peccato esige che sia assolto

anche a livello della comunità umana, della comunità della Chiesa, quasi

corporalmente. Quindi, questa seconda dimensione del peccato, che non è

solo contro Dio ma concerne anche la comunità, esige il Sacramento, e il

Sacramento è il grande dono nel quale posso, nella confessione, liberarmi

da questa cosa e posso realmente ricevere il perdono anche nel senso di una

piena riammissione nella comunità della Chiesa viva, del Corpo di Cristo. E

cosı̀, in questo senso, l'assoluzione necessaria da parte del sacerdote, il Sa-

cramento, non è un'imposizione che - diciamo - limita la bontà di Dio, ma,

al contrario, è un'espressione della bontà di Dio perché mi dimostra che anche

concretamente, nella comunione della Chiesa, ho ricevuto il perdono e posso

ricominciare di nuovo. Quindi, io direi di tenere presenti queste due dimen-

sioni: quella verticale, con Dio, e quella orizzontale, con la comunità della

Chiesa e dell'umanità. L'assoluzione del prete, l'assoluzione sacramentale è

necessaria per assolvermi realmente da questo legame del male e re-integrar-

mi nella volontà di Dio, nell'ottica di Dio, completamente, nella sua Chiesa, e

darmi la certezza, anche quasi corporale, sacramentale: Dio mi perdona, mi

riceve nella comunità dei suoi figli. Penso che dobbiamo imparare a capire il

Sacramento della Penitenza in questo senso: una possibilità di trovare, quasi

corporalmente, la bontà del Signore, la certezza della riconciliazione.

Domanda - Santità, mi chiamo Nwaihim Ndubuisi, reparto G11. Santo

Padre, lo scorso mese è stato in visita pastorale in Africa, nella piccola

nazione del Benin, una delle nazioni più povere del mondo. Ha visto la fede

e la passione di quegli uomini verso Gesù Cristo. Ha visto persone soffrire per

cause diverse: razzismo, fame, lavoro minorile... Le chiedo: loro pongono la

speranza e la fede in Dio e muoiono tra povertà e violenze. Perché Dio non li

ascolta? Forse Dio ascolta solo i ricchi e i potenti che invece non hanno fede?

Grazie, Santo Padre.