ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte

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 Acta Benedicti Pp. XVI 43

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 Acta Benedicti Pp. XVI 47

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale52

 Acta Benedicti Pp. XVI 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Acta Benedicti Pp. XVI 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

 Acta Benedicti Pp. XVI 57

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale58

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Congregatio pro Episcopis 67

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale68

 Congregatio pro Episcopis 69

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale70

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

 Diarium Romanae Curiae 73

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale74

 Diarium Romanae Curiae 75

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale76

 Diarium Romanae Curiae 77

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale78

Acta Benedicti Pp. XVI 9

Celano.8 Nella Notte santa di Greccio, Francesco quale diacono aveva perso-

nalmente cantato con voce sonora il Vangelo del Natale. Grazie agli splendidi

canti natalizi dei frati, la celebrazione sembrava tutta un sussulto di gioia.9

Proprio l'incontro con l'umiltà di Dio si trasformava in gioia: la sua bontà

crea la vera festa.

Chi oggi vuole entrare nella chiesa della Natività di Gesù a Betlemme,

scopre che il portale, che un tempo era alto cinque metri e mezzo e attraverso

il quale gli imperatori e i califfi entravano nell'edificio, è stato in gran parte

murato. È rimasta soltanto una bassa apertura di un metro e mezzo. L'in-

tenzione era probabilmente di proteggere meglio la chiesa contro eventuali

assalti, ma soprattutto di evitare che si entrasse a cavallo nella casa di Dio.

Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra

che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci

toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale

bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione « illumi-

nata ». Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellet-

tuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il

cammino interiore di san Francesco - il cammino verso quell'estrema sem-

plicità esteriore ed interiore che rende il cuore capace di vedere. Dobbiamo

chinarci, andare spiritualmente, per cosı̀ dire, a piedi, per poter entrare at-

traverso il portale della fede ed incontrare il Dio che è diverso dai nostri

pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell'umiltà di un

bimbo appena nato. Celebriamo cosı̀ la liturgia di questa Notte santa e ri-

nunciamo a fissarci su ciò che è materiale, misurabile e toccabile. Lasciamoci

rendere semplici da quel Dio che si manifesta al cuore diventato semplice. E

preghiamo in quest'ora anzitutto anche per tutti coloro che devono vivere il

Natale in povertà, nel dolore, nella condizione di migranti, affinché appaia

loro un raggio della bontà di Dio; affinché tocchi loro e noi quella bontà che

Dio, con la nascita del suo Figlio nella stalla, ha voluto portare nel mondo.

Amen.

8 Cfr 1 Celano, 87: Fonti, 471. 9 Cfr 1 Celano, 85 e 86: Fonti, 469 e 470.