ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale2

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 Acta Benedicti Pp. XVI 5

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 Acta Benedicti Pp. XVI 25

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 Acta Benedicti Pp. XVI 29

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 Acta Benedicti Pp. XVI 33

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale36

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 3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte

 Acta Benedicti Pp. XVI 39

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale42

 Acta Benedicti Pp. XVI 43

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale44

 Acta Benedicti Pp. XVI 45

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 Acta Benedicti Pp. XVI 47

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48

 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Acta Benedicti Pp. XVI 51

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale52

 Acta Benedicti Pp. XVI 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Acta Benedicti Pp. XVI 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

 Acta Benedicti Pp. XVI 57

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale58

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Congregatio pro Episcopis 67

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale68

 Congregatio pro Episcopis 69

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale70

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

 Diarium Romanae Curiae 73

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale74

 Diarium Romanae Curiae 75

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale76

 Diarium Romanae Curiae 77

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale78

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale8

Tommaso da Celano.6 Per la Chiesa antica, la festa delle feste era la Pasqua:

nella risurrezione, Cristo aveva sfondato le porte della morte e cosı̀ aveva

radicalmente cambiato il mondo: aveva creato per l'uomo un posto in Dio

stesso. Ebbene, Francesco non ha cambiato, non ha voluto cambiare questa

gerarchia oggettiva delle feste, l'interna struttura della fede con il suo centro

nel mistero pasquale. Tuttavia, attraverso di lui e mediante il suo modo di

credere è accaduto qualcosa di nuovo: Francesco ha scoperto in una profon-

dità tutta nuova l'umanità di Gesù. Questo essere uomo da parte di Dio gli si

rese evidente al massimo nel momento in cui il Figlio di Dio, nato dalla

Vergine Maria, fu avvolto in fasce e venne posto in una mangiatoia. La

risurrezione presuppone l'incarnazione. Il Figlio di Dio come bambino, come

vero figlio di uomo - questo toccò profondamente il cuore del Santo di

Assisi, trasformando la fede in amore. « Apparvero la bontà di Dio e il suo

amore per gli uomini »: questa frase di san Paolo acquistava cosı̀ una profon-

dità tutta nuova. Nel bambino nella stalla di Betlemme, si può, per cosı̀ dire,

toccare Dio e accarezzarlo. Cosı̀ l'anno liturgico ha ricevuto un secondo cen-

tro in una festa che è, anzitutto, una festa del cuore.

Tutto ciò non ha niente di sentimentalismo. Proprio nella nuova esperien-

za della realtà dell'umanità di Gesù si rivela il grande mistero della fede.

Francesco amava Gesù, il bambino, perché in questo essere bambino gli si

rese chiara l'umiltà di Dio. Dio è diventato povero. Il suo Figlio è nato nella

povertà della stalla. Nel bambino Gesù, Dio si è fatto dipendente, bisognoso

dell'amore di persone umane, in condizione di chiedere il loro - il nostro -

amore. Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abba-

gliante nasconde il mistero dell'umiltà di Dio, la quale ci invita all'umiltà

e alla semplicità. Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con

lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di

esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire cosı̀ la vera gioia

e la vera luce.

Sulla mangiatoia, che stava tra il bue e l'asino, Francesco faceva celebrare

la santissima Eucaristia.7 Successivamente, sopra questa mangiatoia venne

costruito un altare, affinché là dove un tempo gli animali avevano mangiato

il fieno, ora gli uomini potessero ricevere, per la salvezza dell'anima e

del corpo, la carne dell'Agnello immacolato Gesù Cristo, come racconta il

6 Ivi. 7 Cfr 1 Celano, 85: Fonti, 469.