separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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samente a una mentalità missionaria e ad uno stile coerente con essa, men-
talità e stile destinati a non durare solo il tempo di una stagione, bensı̀, come
è stato spesso ribadito, a diventare permanenti. Questo, venerato Fratello, è
un aspetto particolarmente importante, di cui desidero renderLe merito,
tanto più che Lei lo ha promosso e curato, oltre che qui a Roma, anche a
livello dell'intera Nazione italiana, quale Presidente della Conferenza Episco-
pale.
La sollecitudine per la missione è stata sempre accompagnata e sostenuta
da un'eccellente capacità di riflessione teologica e filosofica, che Ella ha ma-
nifestato ed esercitato fin dagli anni giovanili. L'apostolato, specialmente nel
nostro tempo, deve nutrirsi costantemente di pensiero, per motivare il signi-
ficato dei gesti e delle azioni, altrimenti è destinato a ridursi a sterile attivi-
smo. E Lei, Signor Cardinale, ha offerto in tal senso un contributo rilevante,
ponendo al servizio del Santo Padre, della Santa Sede e della Chiesa intera le
Sue ben note doti di intelligenza e di sapienza. Io stesso ne sono stato testi-
mone nel mio precedente ufficio e a maggior ragione in questi ultimi anni, in
cui ho potuto avvalermi della Sua vicinanza nel servire la Chiesa che è in
Italia e particolarmente in Roma. Mi piace ricordare al riguardo la nostra
collaborazione sui temi dei Convegni ecclesiali diocesani, tesi a rispondere alle
principali urgenze pastorali tenendo conto del contesto sociale e culturale
della Città. Tutti sappiamo che il « progetto culturale » è una particolare
iniziativa della Chiesa italiana dovuta allo zelo e alla lungimiranza del Car-
dinale Ruini, ma questa espressione, « progetto culturale », più in generale e
radicalmente richiama il modo di porsi della Chiesa nella società: il desiderio
cioè della Comunità cristiana - rispondente alla missione del suo Signore -
di essere presente in mezzo agli uomini e alla storia con un progetto di uomo,
di famiglia, di relazioni sociali ispirato alla Parola di Dio e declinato in
dialogo con la cultura del tempo. Caro Signor Cardinale, in questo Lei ha
dato un esempio che rimane al di là delle iniziative del momento, un esempio
nell'impegno di « pensare la fede », in assoluta fedeltà al Magistero della Chie-
sa, con puntuale attenzione agli insegnamenti del Vescovo di Roma e, al
tempo stesso, in costante ascolto delle domande che emergono dalla cultura
contemporanea e dai problemi dell'attuale società.
Mentre esprimo la mia riconoscenza al Cardinale Camillo Ruini, sono lieto
di comunicare che, al suo posto, quale Vicario per la Diocesi di Roma, ho
nominato il Cardinale Agostino Vallini, fino ad ora Prefetto del Supremo
Tribunale della Segnatura Apostolica. Lo saluto con grande affetto e lo ac-