ACTA BENEDICTI PP. XVI

 separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale452

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale454

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale462

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale464

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale466

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale470

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale472

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 nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni

 IV

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale480

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale482

 Acta Benedicti Pp. XVI 483

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale484

 Acta Benedicti Pp. XVI 485

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale486

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale488

 Congregatio pro Doctrina Fidei 489

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale490

 Congregatio pro Doctrina Fidei 491

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale492

 Congregatio pro Doctrina Fidei 493

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale494

 Congregatio pro Doctrina Fidei 495

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale496

 Congregatio pro Doctrina Fidei 497

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale498

 Congregatio pro Doctrina Fidei 499

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale500

 Congregatio pro Doctrina Fidei 501

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale502

 Congregatio pro Doctrina Fidei 503

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale504

 Congregatio pro Episcopis 505

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale506

 Congregatio pro Episcopis 507

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale508

 Congregatio pro Episcopis 509

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale510

 Diarium Romanae Curiae 511

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale512

Acta Benedicti Pp. XVI 469

Fin dall'inizio del mio pontificato ho ascoltato con attenzione le richieste

che mi giungono dagli uomini e dalle donne del nostro tempo e, alla luce di

tali attese, ho voluto offrire una proposta di indagine che mi sembra possa

suscitare interesse per il rilancio della filosofia e del suo ruolo insostituibile

all'interno del mondo accademico e culturale. Voi ne avete fatto oggetto di

riflessione nel vostro Simposio: è la proposta di « allargare gli orizzonti della

razionalità ». Ciò mi consente di soffermarmi su di essa con voi come tra amici

che desiderano fare un percorso comune di ricerca. Vorrei partire da una

profonda convinzione, che più volte ho espresso: « La fede cristiana ha fatto

la sua scelta netta: contro gli dei della religione per il Dio dei filosofi, vale a

dire contro il mito della sola consuetudine per la verità dell'essere ».2 Tale

affermazione, che rispecchia il cammino del cristianesimo fin dai suoi albori,

si rivela pienamente attuale nel contesto storico culturale che stiamo viven-

do. Infatti solo a partire da tale premessa, che è storica e teologica ad un

tempo, è possibile venire incontro alle nuove attese della riflessione filosofica.

Il rischio che la religione, anche quella cristiana, sia strumentalizzata come

fenomeno surrettizio è molto concreto anche oggi.

Ma il cristianesimo, come ho ricordato nell'Enciclica Spe salvi, non è

soltanto un messaggio informativo, ma performativo.3 Ciò significa che da

sempre la fede cristiana non può essere rinchiusa nel mondo astratto delle

teorie, ma deve essere calata in un'esperienza storica concreta che raggiunga

l'uomo nella verità più profonda della sua esistenza. Questa esperienza, con-

dizionata dalle nuove situazioni culturali e ideologiche, è il luogo che la

ricerca teologica deve valutare e su cui è urgente avviare un dialogo fecondo

con la filosofia. La comprensione del cristianesimo come reale trasformazione

dell'esistenza dell'uomo, se da un lato spinge la riflessione filosofica ad un

nuovo approccio con la religione, dall'altro la incoraggia a non perdere la

fiducia di poter conoscere la realtà. La proposta di « allargare gli orizzonti

della razionalità » non va, pertanto, semplicemente annoverata tra le nuove

linee di pensiero teologico e filosofico, ma deve essere intesa come la richiesta

di una nuova apertura verso la realtà a cui la persona umana nella sua uni-

totalità è chiamata, superando antichi pregiudizi e riduzionismi, per aprirsi

anche cosı̀ la strada verso una vera comprensione della modernità. Il deside-

rio di una pienezza di umanità non può essere disatteso: attende proposte

adeguate. La fede cristiana è chiamata a farsi carico di questa urgenza sto-

2 J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, cap. III. 3 Cfr n. 2.