ACTA BENEDICTI PP. XVI

 separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-

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 nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni

 IV

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 489

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 493

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 503

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 Congregatio pro Episcopis 505

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 Congregatio pro Episcopis 507

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 Congregatio pro Episcopis 509

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da Lui. San Pietro è testimone di questa realtà, come lo è san Paolo, grande

convertito, di cui tra pochi giorni inaugureremo il bimillenario della nascita.

Come Successore di Pietro e Vescovo della Chiesa fondata sul sangue di questi

due eminenti Apostoli, sono venuto a confermarvi nella fede in Gesù Cristo,

unico salvatore dell'uomo e del mondo.

La fede di Pietro e la fede di Maria si coniugano in questo Santuario. Qui

si può attingere al duplice principio dell'esperienza cristiana: quello mariano e

quello petrino. Entrambi, insieme, vi aiuteranno, cari fratelli e sorelle, a

« ripartire da Cristo », a rinnovare la vostra fede, perché risponda alle esigenze

del nostro tempo. Maria vi insegna a restare sempre in ascolto del Signore nel

silenzio della preghiera, ad accogliere con generosa disponibilità la sua Parola

col profondo desiderio di offrire voi stessi a Dio, la vostra vita concreta,

affinché il suo Verbo eterno, per la potenza dello Spirito Santo, possa ancora

« farsi carne » oggi, nella nostra storia. Maria vi aiuterà a seguire Gesù con

fedeltà, ad unirvi a Lui nell'offerta del Sacrificio, a portare nel cuore la gioia

della sua Risurrezione e a vivere in costante docilità allo Spirito della Pente-

coste. In modo complementare, anche San Pietro vi insegnerà a sentire e

credere con la Chiesa, saldi nella fede cattolica; vi porterà ad avere il gusto

e la passione dell'unità, della comunione, la gioia di camminare insieme con i

Pastori; e, al tempo stesso, vi parteciperà l'ansia della missione, di condivi-

dere il Vangelo con tutti, di farlo giungere fino agli estremi confini della terra.

«De finibus terrae »: il nome di questo luogo santo è molto bello e sugge-

stivo, perché riecheggia una delle ultime parole di Gesù ai suoi discepoli.

Proteso tra l'Europa e il Mediterraneo, tra l'Occidente e l'Oriente, esso ci

ricorda che la Chiesa non ha confini, è universale. E i confini geografici,

culturali, etnici, addirittura i confini religiosi sono per la Chiesa un invito

all'evangelizzazione nella prospettiva della « comunione delle diversità ». La

Chiesa è nata a Pentecoste, è nata universale e la sua vocazione è parlare

tutte le lingue del mondo. La Chiesa esiste - secondo l'originaria vocazione e

missione rivelata ad Abramo- per essere una benedizione a beneficio di tutti

i popoli della terra; 6 per essere, con il linguaggio del Concilio Ecumenico

Vaticano II, segno e strumento di unità per tutto il genere umano.7 La Chiesa

che è in Puglia possiede una spiccata vocazione ad essere ponte tra popoli e

culture. Questa terra e questo Santuario sono in effetti un « avamposto » in

tale direzione, e mi sono molto rallegrato nel constatare, sia nella lettera del

6 Cfr Gn 12, 1-3. 7 Cfr Cost. Lumen gentium, 1.