ACTA BENEDICTI PP. XVI

 dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici

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 pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».

 lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il

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 Congregatio de Causis Sanctorum 303

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale304

 Congregatio de Causis Sanctorum 305

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale306

 Congregatio pro Episcopis 307

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale308

 Diarium Romanae Curiae 309

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 Diarium Romanae Curiae 311

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posto nel mondo alla verità; come Egli, nel segreto, induca uomini e donne a

far del bene agli altri, a suscitare la riconciliazione dove c'era l'odio, a creare

la pace dove regnava l'inimicizia.

La processione è anzitutto una gioiosa testimonianza che rendiamo a Gesù

Cristo, nel quale è diventato visibile a noi il Volto di Dio e grazie al quale il

cuore di Dio è aperto a tutti noi. Nel Vangelo di Luca il racconto dell'inizio

del corteo nei pressi di Gerusalemme è composto in parte letteralmente sul

modello del rito dell'incoronazione col quale, secondo il Primo Libro dei Re,

Salomone fu rivestito come erede della regalità di Davide.1 Cosı̀ la processione

delle Palme è anche una processione di Cristo Re: noi professiamo la regalità

di Gesù Cristo, riconosciamo Gesù come il Figlio di Davide, il vero Salomone

- il Re della pace e della giustizia. Riconoscerlo come Re significa: accettarlo

come Colui che ci indica la via, del quale ci fidiamo e che seguiamo. Significa

accettare giorno per giorno la sua parola come criterio valido per la nostra

vita. Significa vedere in Lui l'autorità alla quale ci sottomettiamo. Ci sotto-

mettiamo a Lui, perché la sua autorità è l'autorità della verità.

La processione delle Palme è - come quella volta per i discepoli -

anzitutto espressione di gioia, perché possiamo conoscere Gesù, perché Egli

ci concede di essere suoi amici e perché ci ha donato la chiave della vita.

Questa gioia, che sta all'inizio, è però anche espressione del nostro « sı̀ » a Gesù

e della nostra disponibilità ad andare con Lui ovunque ci porti. L'esortazione

che stava oggi all'inizio della nostra liturgia interpreta perciò giustamente la

processione anche come rappresentazione simbolica di ciò che chiamiamo

« sequela di Cristo »: « Chiediamo la grazia di seguirlo », abbiamo detto. L'e-

spressione « sequela di Cristo » è una descrizione dell'intera esistenza cristiana

in generale. In che cosa consiste? Che cosa vuol dire in concreto « seguire

Cristo? ».

All'inizio, con i primi discepoli, il senso era molto semplice ed immediato:

significava che queste persone avevano deciso di lasciare la loro professione, i

loro affari, tutta la loro vita per andare con Gesù. Significava intraprendere

una nuova professione: quella di discepolo. Il contenuto fondamentale di

questa professione era l'andare con il maestro, l'affidarsi totalmente alla

sua guida. Cosı̀ la sequela era una cosa esteriore e, allo stesso tempo, molto

1 Cfr 1 Re 1, 33-35.