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Nel Sinodo lo sguardo si è poi allargato sull'intero Medio Oriente, dove
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 73
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II
Dum Dies XLIV Internationalis commemoratur pro Pace promovenda: « Libertas
religiosa, iter ad pacem ».
1. All'inizio di un Nuovo Anno il mio augurio vuole giungere a tutti e a
ciascuno; è un augurio di serenità e di prosperità, ma è soprattutto un augurio
di pace. Anche l'anno che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla
persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolle-
ranza religiosa.
Il mio pensiero si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq, che nel
suo cammino verso l'auspicata stabilità e riconciliazione continua ad essere
scenario di violenze e attentati. Vengono alla memoria le recenti sofferenze
della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Catte-
drale siro-cattolica «Nostra Signora del Perpetuo Soccorso » a Baghdad, dove,
il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli,
mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno
fatto seguito, nei giorni successivi, altri attacchi, anche a case private,
suscitando paura nella comunità cristiana ed il desiderio, da parte di molti
dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita.
A loro manifesto la mia vicinanza e quella di tutta la Chiesa, sentimento
che ha visto una concreta espressione nella recente Assemblea Speciale per
il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Da tale Assise è giunto un incorag-
giamento alle comunità cattoliche in Iraq e in tutto il Medio Oriente a vivere
la comunione e a continuare ad offrire una coraggiosa testimonianza di fede
in quelle terre.
Ringrazio vivamente i Governi che si adoperano per alleviare le sofferenze
di questi fratelli in umanità e invito i Cattolici a pregare per i loro fratelli
nella fede che soffrono violenze e intolleranze e ad essere solidali con loro. In
tale contesto, ho sentito particolarmente viva l'opportunità di condividere
con tutti voi alcune riflessioni sulla libertà religiosa, via per la pace. Infatti,
risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile
professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della
vita e della libertà personale. In altre regioni vi sono forme più silenziose e
sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti e i simboli religiosi.
I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero
di persecuzioni a motivo della propria fede. Tanti subiscono quotidianamente