ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Acta Benedicti Pp. XVI 61

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 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

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 Congregatio pro Episcopis 67

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 Diarium Romanae Curiae 69

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 Diarium Romanae Curiae 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

Acta Benedicti Pp. XVI 37

tuità: la disponibilità a fare il primo passo. Per primi andare incontro all'al-

tro, offrirgli la riconciliazione, assumersi la sofferenza che comporta la rinun-

cia al proprio aver ragione. Non cedere nella volontà di riconciliazione: di

questo Dio ci ha dato l'esempio, ed è questo il modo per diventare simili a

Lui, un atteggiamento di cui sempre di nuovo abbiamo bisogno nel mondo.

Dobbiamo oggi apprendere nuovamente la capacità di riconoscere la colpa,

dobbiamo scuoterci di dosso l'illusione di essere innocenti. Dobbiamo appren-

dere la capacità di far penitenza, di lasciarci trasformare; di andare incontro

all'altro e di farci donare da Dio il coraggio e la forza per un tale rinnova-

mento. In questo nostro mondo di oggi dobbiamo riscoprire il Sacramento

della penitenza e della riconciliazione. Il fatto che esso in gran parte sia

scomparso dalle abitudini esistenziali dei cristiani è un sintomo di una perdita

di veracità nei confronti di noi stessi e di Dio; una perdita, che mette in

pericolo la nostra umanità e diminuisce la nostra capacità di pace. San Bo-

naventura era dell'opinione che il Sacramento della penitenza fosse un Sa-

cramento dell'umanità in quanto tale, un Sacramento che Dio aveva istituito

nella sua essenza già immediatamente dopo il peccato originale con la peni-

tenza imposta ad Adamo, anche se ha potuto ottenere la sua forma completa

solo in Cristo, che è personalmente la forza riconciliatrice di Dio e ha preso su

di sé la nostra penitenza. In effetti, l'unità di colpa, penitenza e perdono è

una delle condizioni fondamentali della vera umanità, condizioni che nel

Sacramento ottengono la loro forma completa, ma che, a partire dalle loro

radici, fanno parte dell'essere persone umane come tale. Il Sinodo dei Vescovi

per l'Africa ha pertanto a ragione incluso nelle sue riflessioni anche rituali di

riconciliazione della tradizione africana come luoghi di apprendimento e di

preparazione per la grande riconciliazione che Dio dona nel Sacramento della

penitenza. Questa riconciliazione, però, richiede l'ampio « atrio » del ricono-

scimento della colpa e dell'umiltà della penitenza. Riconciliazione è un con-

cetto pre-politico e una realtà pre-politica, che proprio per questo è della

massima importanza per il compito della stessa politica. Se non si crea nei

cuori la forza della riconciliazione, manca all'impegno politico per la pace il

presupposto interiore. Nel Sinodo i Pastori della Chiesa si sono impegnati per

quella purificazione interiore dell'uomo che costituisce l'essenziale condizione

preliminare per l'edificazione della giustizia e della pace. Ma tale purifica-

zione e maturazione interiore verso una vera umanità non possono esistere

senza Dio.