ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

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 Congregatio pro Episcopis 67

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 Diarium Romanae Curiae 69

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 Diarium Romanae Curiae 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale34

particolarmente importanti. C'era innanzitutto una grande gioia condivisa,

che si esprimeva anche mediante il corpo, ma in maniera disciplinata ed

orientata dalla presenza del Dio vivente. Con ciò è già indicato il secondo

elemento: il senso della sacralità, del mistero presente del Dio vivente pla-

smava, per cosı̀ dire, ogni singolo gesto. Il Signore è presente - il Creatore,

Colui al quale tutto appartiene, dal quale noi proveniamo e verso il quale

siamo in cammino. In modo spontaneo mi venivano in mente le parole di san

Cipriano, che nel suo commento al Padre Nostro scrive: « Ricordiamoci di

essere sotto lo sguardo di Dio rivolto su di noi. Dobbiamo piacere agli occhi

di Dio, sia con l'atteggiamento del nostro corpo che con l'uso della nostra

voce ».1 Sı̀, questa consapevolezza c'era: noi stiamo al cospetto di Dio. Da

questo non deriva paura o inibizione, neppure un'obbedienza esteriore alle

rubriche e ancor meno un mettersi in mostra gli uni davanti agli altri o un

gridare in modo indisciplinato. C'era piuttosto ciò che i Padri chiamavano

« sobria ebrietas »: l'essere ricolmi di una gioia che comunque rimane sobria ed

ordinata, che unisce le persone a partire dall'interno, conducendole nella lode

comunitaria di Dio, una lode che al tempo stesso suscita l'amore del prossimo,

la responsabilità vicendevole.

Naturalmente faceva parte del viaggio in Africa soprattutto l'incontro

con i Fratelli nel ministero episcopale e l'inaugurazione del Sinodo dell'Africa

mediante la consegna dell'Instrumentum laboris. Ciò avvenne nel contesto di

un colloquio serale nella festa di san Giuseppe, un colloquio in cui i rappre-

sentanti dei singoli episcopati esposero in maniera toccante le loro speranze e

preoccupazioni. Io penso che il buon padrone di casa, san Giuseppe, che

personalmente conosce bene che cosa significhi il ponderare, in atteggiamento

di sollecitudine e di speranza, le vie future della famiglia, ci abbia ascoltato

con amore e ci abbia accompagnato fin dentro il Sinodo stesso. Gettiamo solo

un breve sguardo sul Sinodo. In occasione della mia visita in Africa si è resa

evidente innanzitutto la forza teologica e pastorale del Primato Pontificio

come punto di convergenza per l'unità della Famiglia di Dio. Lı̀, nel Sinodo, è

emersa ancora più fortemente l'importanza della collegialità - dell'unità dei

Vescovi, che ricevono il loro ministero proprio per il fatto che entrano nella

comunità dei Successori degli Apostoli: ognuno è Vescovo, Successore degli

Apostoli, solo in quanto partecipe della comunità di coloro nei quali continua

il Collegium Apostolorum nell'unità con Pietro e col suo Successore. Come

1 De dom. or. 4, CSEL III, 1, p. 269.