ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 33

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 Acta Benedicti Pp. XVI 35

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 Acta Benedicti Pp. XVI 37

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 Acta Benedicti Pp. XVI 39

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale42

 Acta Benedicti Pp. XVI 43

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale44

 Acta Benedicti Pp. XVI 45

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale46

 Acta Benedicti Pp. XVI 47

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48

 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Acta Benedicti Pp. XVI 51

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale52

 Acta Benedicti Pp. XVI 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Acta Benedicti Pp. XVI 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

 Acta Benedicti Pp. XVI 57

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale58

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Congregatio pro Episcopis 67

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale68

 Diarium Romanae Curiae 69

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 Diarium Romanae Curiae 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale20

noi si possa dire: Orsù, « attraversiamo », andiamo a Betlemme - verso quel

Dio, che ci è venuto incontro. Sı̀, Dio si è incamminato verso di noi. Da soli

non potremmo giungere fino a Lui. La via supera le nostre forze. Ma Dio è

disceso. Egli ci viene incontro. Egli ha percorso la parte più lunga del cam-

mino. Ora ci chiede: Venite e vedete quanto vi amo. Venite e vedete che io

sono qui. Transeamus usque Bethleem, dice la Bibbia latina. Andiamo di là!

Oltrepassiamo noi stessi! Facciamoci viandanti verso Dio in molteplici modi:

nell'essere interiormente in cammino verso di Lui. E tuttavia anche in cam-

mini molto concreti - nella Liturgia della Chiesa, nel servizio al prossimo, in

cui Cristo mi attende.

Ascoltiamo ancora una volta direttamente il Vangelo. I pastori si dicono

l'un l'altro il motivo per cui si mettono in cammino: « Vediamo questo av-

venimento ». Letteralmente il testo greco dice: « Vediamo questa Parola, che

lı̀ è accaduta ». Sı̀, tale è la novità di questa notte: la Parola può essere

guardata. Poiché si è fatta carne. Quel Dio di cui non si deve fare alcuna

immagine, perché ogni immagine potrebbe solo ridurlo, anzi travisarlo, quel

Dio si è reso, Egli stesso, visibile in Colui che è la sua vera immagine, come

dice Paolo.7 Nella figura di Gesù Cristo, in tutto il suo vivere ed operare, nel

suo morire e risorgere, possiamo guardare la Parola di Dio e quindi il mistero

dello stesso Dio vivente. Dio è cosı̀. L'Angelo aveva detto ai pastori: « Questo

per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una

mangiatoia ».8 Il segno di Dio, il segno che viene dato ai pastori e a noi,

non è un miracolo emozionante. Il segno di Dio è la sua umiltà. Il segno di

Dio è che Egli si fa piccolo; diventa bambino; si lascia toccare e chiede il

nostro amore. Quanto desidereremmo noi uomini un segno diverso, impo-

nente, inconfutabile del potere di Dio e della sua grandezza. Ma il suo segno

ci invita alla fede e all'amore, e pertanto ci dà speranza: cosı̀ è Dio. Egli

possiede il potere ed è la Bontà. Ci invita a diventare simili a Lui. Sı̀, diven-

tiamo simili a Dio, se ci lasciamo plasmare da questo segno; se impariamo,

noi stessi, l'umiltà e cosı̀ la vera grandezza; se rinunciamo alla violenza ed

usiamo solo le armi della verità e dell'amore. Origene, seguendo una parola

di Giovanni Battista, ha visto espressa l'essenza del paganesimo nel simbolo

delle pietre: paganesimo è mancanza di sensibilità, significa un cuore di

pietra, che è incapace di amare e di percepire l'amore di Dio. Origene dice

dei pagani: « Privi di sentimento e di ragione, si trasformano in pietre e in

7 Cfr. 2 Cor 4, 4; Col 1, 15. 8 Lc 2, 12; cfr. 16.