ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-

 Acta Benedicti Pp. XVI 5

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

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 Acta Benedicti Pp. XVI 45

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 Acta Benedicti Pp. XVI 47

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 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Congregatio pro Episcopis 51

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 Congregatio pro Episcopis 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Diarium Romanae Curiae 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

Acta Benedicti Pp. XVI 43

più a quelle comuni che a quelle private, e a preoccuparsi di fare qualcosa perché

l'altro o gli altri comprendano che le loro sofferenze sono capite e accolte e che si

desidera, per quanto è possibile, di porre ad esse rimedio.

Attraverso di voi, carissimi, intendo rivolgermi anche ai vostri concittadini,

uomini e donne delle diverse confessioni cristiane, delle diverse religioni e a tutti

coloro che cercano con onestà la pace, la giustizia, la solidarietà, mediante l'ascolto

reciproco e il dialogo sincero. A tutti dico: perseverate con coraggio e fiducia! A

quanti hanno la responsabilità di guidare gli eventi, poi, chiedo sensibilità, atten-

zione e vicinanza concreta che superi calcoli e strategie, affinché si edifichino

società più giuste e più pacifiche, nel rispetto vero di ogni essere umano.

Come vi è noto, carissimi fratelli e sorelle, spero vivamente che la Prov-

videnza faccia sı̀ che le circostanze permettano un mio pellegrinaggio nella

Terra resa santa dagli avvenimenti della Storia della Salvezza. Spero cosı̀ di

poter pregare a Gerusalemme « patria del cuore di tutti i discendenti spirituali

di Abramo, che la sentono immensamente cara ».17 Sono infatti convinto che

essa può assurgere « a simbolo di incontro, di unione e di pace per tutta la

famiglia umana ».18 In attesa dell'avveramento di questo desiderio, vi inco-

raggio a proseguire sulla via della fiducia, compiendo gesti di amicizia e di

buona volontà. Alludo sia ai gesti semplici e quotidiani, già da tempo prati-

cati nelle vostre regioni da molta gente umile che ha sempre trattato con

riguardo tutte le persone, sia ai gesti in qualche modo eroici, ispirati dall'au-

tentico rispetto per la dignità umana, nel tentativo di trovare vie di uscita a

situazioni di grave conflittualità. La pace è un bene cosı̀ grande ed urgente da

giustificare sacrifici anche grandi da parte di tutti.

Come scriveva il mio venerato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II,

« non c'è pace senza giustizia ». È perciò necessario che si riconoscano ed

onorino i diritti di ciascuno. Giovanni Paolo II però aggiungeva: « non c'è

giustizia senza perdono ». Normalmente senza transigere su passati errori non

si può arrivare ad un accordo che consenta di riaprire il dialogo in vista di

future collaborazioni. Il perdono, nel caso, è condizione indispensabile per

essere liberi di progettare un nuovo futuro. Dal perdono concesso ed accolto

possono nascere e svilupparsi tante opere di solidarietà, nella linea di quelle

17 Giovanni Paolo II, Redemptionis anno, AAS LXXVI, 1984, 625. 18 Ibid., p. 629.