ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

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 Acta Benedicti Pp. XVI 43

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 Acta Benedicti Pp. XVI 45

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale46

 Acta Benedicti Pp. XVI 47

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48

 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Congregatio pro Episcopis 51

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 Congregatio pro Episcopis 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Diarium Romanae Curiae 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

Acta Benedicti Pp. XVI 27

con Dio e il loro rapporto vicendevole. La pace sulla terra non può trovarsi

senza la riconciliazione con Dio, senza l'armonia tra cielo e terra. Questa cor-

relazione del tema «Dio » col tema « pace » è stato l'aspetto determinante dei

quattro Viaggi Apostolici di quest'anno: ad essi vorrei riandare con la memoria

in questo momento. C'è stata innanzitutto la Visita Pastorale in Polonia, il

Paese natale del nostro amato Papa Giovanni Paolo II. Il viaggio nella sua

Patria è stato per me un intimo dovere di gratitudine per tutto ciò che egli,

durante il quarto di secolo del suo servizio, ha donato a me personalmente e

soprattutto alla Chiesa e al mondo. Il suo dono più grande per tutti noi è stata

la sua fede incrollabile e il radicalismo della sua dedizione. «Totus tuus » era il

suo motto: in esso si rispecchiava tutto il suo essere. Sı̀, egli si è donato senza

riserve a Dio, a Cristo, alla Madre di Cristo, alla Chiesa: al servizio del Reden-

tore ed alla redenzione dell'uomo. Non ha serbato nulla, si è lasciato consumare

fino in fondo dalla fiamma della fede. Ci ha mostrato cosı̀ come, da uomini di

questo nostro oggi, si possa credere in Dio, nel Dio vivente resosi vicino a noi in

Cristo. Ci ha mostrato che è possibile una dedizione definitiva e radicale del-

l'intera vita e che, proprio nel donarsi, la vita diventa grande e vasta e feconda.

In Polonia, ovunque sono andato, ho trovato la gioia della fede. « La gioia del

Signore è la vostra forza » - questa parola che, in mezzo alla miseria del nuovo

inizio, lo scriba Esdra gridò al popolo di Israele appena tornato dall'esilio,2 qui

si poteva sperimentarla come realtà. Sono rimasto profondamente colpito dalla

grande cordialità con cui sono stato accolto dappertutto. La gente ha visto in

me il successore di Pietro a cui è affidato il ministero pastorale per tutta la

Chiesa. Vedevano colui al quale, nonostante tutta la debolezza umana, allora

come oggi è rivolta la parola del Signore risorto: « Pasci le mie pecorelle » 3;

vedevano il successore di colui al quale Gesù presso Cesarèa di Filippo disse:

« Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa ».4 Pietro, da sé, non

era una roccia, ma un uomo debole ed incostante. Il Signore, però, volle fare

proprio di lui la pietra e dimostrare che, attraverso un uomo debole, Egli stesso

sostiene saldamente la sua Chiesa e la mantiene nell'unità. Cosı̀ la visita in

Polonia è stata per me, nel senso più profondo, una festa della cattolicità.

Cristo è la nostra pace che riunisce i separati: Egli, al di là di tutte le diversità

delle epoche storiche e delle culture, è la riconciliazione. Mediante il ministero

2 Ne 8, 10. 3 Cfr Gv 21, 15-19. 4 Mt 16, 18.