ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-

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 Acta Benedicti Pp. XVI 43

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 Acta Benedicti Pp. XVI 45

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 Acta Benedicti Pp. XVI 47

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48

 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Congregatio pro Episcopis 51

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 Congregatio pro Episcopis 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Diarium Romanae Curiae 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

Acta Benedicti Pp. XVI 33

pars - Tu sei la mia terra. Può essere solo teocentrico. Non può significare il

rimanere privi di amore, ma deve significare il lasciarsi prendere dalla pas-

sione per Dio, ed imparare poi grazie ad un più intimo stare con Lui a servire

pure gli uomini. Il celibato deve essere una testimonianza di fede: la fede in

Dio diventa concreta in quella forma di vita che solo a partire da Dio ha un

senso. Poggiare la vita su di Lui, rinunciando al matrimonio ed alla famiglia,

significa che io accolgo e sperimento Dio come realtà e perciò posso portarlo

agli uomini. Il nostro mondo diventato totalmente positivistico, in cui Dio

entra in gioco tutt'al più come ipotesi, ma non come realtà concreta, ha

bisogno di questo poggiare su Dio nel modo più concreto e radicale possibile.

Ha bisogno della testimonianza per Dio che sta nella decisione di accogliere

Dio come terra su cui si fonda la propria esistenza. Per questo il celibato è cosı̀

importante proprio oggi, nel nostro mondo attuale, anche se il suo adempi-

mento in questa nostra epoca è continuamente minacciato e messo in que-

stione. Occorre una preparazione accurata durante il cammino verso questo

obiettivo; un accompagnamento persistente da parte del Vescovo, di amici

sacerdoti e di laici, che sostengano insieme questa testimonianza sacerdotale.

Occorre la preghiera che invoca senza tregua Dio come il Dio vivente e si

appoggia a Lui nelle ore di confusione come nelle ore della gioia. In questo

modo, contrariamente al « trend » culturale che cerca di convincerci che non

siamo capaci di prendere tali decisioni, questa testimonianza può essere vis-

suta e cosı̀, nel nostro mondo, può rimettere in gioco Dio come realtà.

L'altro grande tema collegato col tema di Dio è quello del dialogo. Il

cerchio interno del complesso dialogo che oggi occorre, l'impegno comune

di tutti i cristiani per l'unità, si è reso evidente nei Vespri ecumenici nel

duomo di Regensburg, dove oltre ai fratelli e alle sorelle della Chiesa catto-

lica, ho potuto incontrare molti amici dell'Ortodossia e del Cristianesimo

Evangelico. Nella recita dei Salmi e nell'ascolto della Parola di Dio eravamo

lı̀ tutti riuniti, e non è una cosa da poco che questa unità ci sia stata donata.

L'incontro con l'Università era dedicato - come si addice a quel luogo - al

dialogo tra fede e ragione. In occasione del mio incontro col filosofo Jürgen

Habermas, qualche anno fa a Monaco, questi aveva detto che ci occorrereb-

bero pensatori capaci di tradurre le convinzioni cifrate della fede cristiana nel

linguaggio del mondo secolarizzato per renderle cosı̀ efficaci in modo nuovo.

Di fatto diventa sempre più evidente, quanto urgentemente il mondo abbia

bisogno del dialogo tra fede e ragione. Immanuel Kant, a suo tempo, aveva