ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-

 Acta Benedicti Pp. XVI 5

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale6

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 Acta Benedicti Pp. XVI 9

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 Acta Benedicti Pp. XVI 25

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 Acta Benedicti Pp. XVI 29

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 Acta Benedicti Pp. XVI 31

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 Acta Benedicti Pp. XVI 33

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 Acta Benedicti Pp. XVI 37

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 Acta Benedicti Pp. XVI 39

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 Acta Benedicti Pp. XVI 41

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale42

 Acta Benedicti Pp. XVI 43

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale44

 Acta Benedicti Pp. XVI 45

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale46

 Acta Benedicti Pp. XVI 47

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale48

 Acta Benedicti Pp. XVI 49

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 Congregatio pro Episcopis 51

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale52

 Congregatio pro Episcopis 53

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Diarium Romanae Curiae 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale16

Si confrontano dunque due diverse valutazioni della dimensione « tempo »,

una quantitativa e l'altra qualitativa. Da una parte, il ciclo solare con i suoi

ritmi; dall'altra, quella che san Paolo chiama la « pienezza del tempo »,2 cioè il

momento culminante della storia dell'universo e del genere umano, quando il

Figlio di Dio nacque nel mondo. Il tempo delle promesse si è compiuto e,

quando la gravidanza di Maria è giunta al suo termine, « la terra - come dice

un Salmo - ha dato il suo frutto ».3 La venuta del Messia, preannunziata dai

Profeti, è l'avvenimento qualitativamente più importante di tutta la storia,

alla quale conferisce il suo senso ultimo e pieno. Non sono le coordinate

storico-politiche a condizionare le scelte di Dio, ma, al contrario, è l'avveni-

mento dell'Incarnazione a « riempire » di valore e di significato la storia. Que-

sto, noi che veniamo dopo duemila anni da quell'evento, possiamo affermarlo,

per cosı̀ dire, anche a posteriori, dopo aver conosciuto tutta la vicenda di

Gesù, fino alla sua morte e risurrezione. Noi siamo testimoni, contempora-

neamente, della sua gloria e della sua umiltà, del valore immenso della sua

venuta e dell'infinito rispetto di Dio per noi uomini e per la nostra storia. Egli

non ha riempito il tempo riversandosi in esso dall'alto, ma « dall'interno »,

facendosi piccolo seme per condurre l'umanità fino alla sua piena maturazio-

ne. Questo stile di Dio ha fatto sı̀ che ci sia voluto un lungo tempo di prepa-

razione per giungere da Abramo a Gesù Cristo, e che dopo la venuta del

Messia la storia non sia finita, ma abbia continuato il suo corso, apparente-

mente uguale, in realtà ormai visitata da Dio e orientata verso la seconda e

definitiva venuta del Signore, alla fine dei tempi. Di tutto ciò è simbolo reale,

potremmo dire è sacramento la Maternità di Maria, che è al tempo stesso un

evento umano e divino.

Nel brano della Lettera ai Galati, che poco fa abbiamo ascoltato, san

Paolo afferma: « Dio mandò il suo Figlio, nato da donna ».4 Origene commen-

ta: « Osserva bene come non ha detto: nato tramite una donna, bensı̀: nato da

una donna ».5 Questa acuta osservazione del grande esegeta e scrittore eccle-

siastico è importante: infatti, se il Figlio di Dio fosse nato solamente « trami-

te » una donna, non avrebbe realmente assunto la nostra umanità, cosa che

invece ha fatto prendendo carne « da » Maria. La maternità di Maria, dunque,

2 Gal 4, 4. 3 Sal 66, 7. 4 Gal 4, 4. 5 Commento alla Lettera ai Galati, PG 14, 1298.