elevent mentes nostras »,1 subtilissimo ingenio arcana veritatis tam naturalis
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Pour les universités catholiques, les facoultés ecclésiastiques et les établisse-
c) Le diplôme français de licence (180 ECTS) et les diplômes ecclésiasti-
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l'avevano trasformato in musica del cielo. Ma ora era accaduta una cosa
nuova, addirittura sconvolgente per loro. Colui di cui parla l'universo, il
Dio che sostiene il tutto e lo porta in mano - Egli stesso era entrato nella
storia degli uomini, era diventato uno che agisce e soffre nella storia. Dal
gioioso turbamento suscitato da questo evento inconcepibile, da questa se-
conda e nuova maniera in cui Dio si era manifestato - dicono i Padri - era
nato un canto nuovo, una strofa del quale il Vangelo di Natale ha conservato
per noi: « Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini ».
Possiamo forse dire che, secondo la struttura della poesia ebraica, questo
doppio versetto nei suoi due brani dice in fondo la stessa cosa, ma da un
punto di vista diverso. La gloria di Dio è nel più alto dei cieli, ma questa
altezza di Dio si trova ora nella stalla, ciò che era basso è diventato sublime.
La sua gloria è sulla terra, è la gloria dell'umiltà e dell'amore. E ancora: la
gloria di Dio è la pace. Dove c'è Lui, là c'è pace. Egli è là dove gli uomini non
vogliono fare in modo autonomo della terra il paradiso, servendosi a tal fine
della violenza. Egli è con le persone dal cuore vigilante; con gli umili e con
coloro che corrispondono alla sua elevatezza, all'elevatezza dell'umiltà e del-
l'amore. A questi dona la sua pace, perché per loro mezzo la pace entri in
questo mondo.
Il teologo medioevale Guglielmo di S. Thierry ha detto una volta: Dio - a
partire da Adamo - ha visto che la sua grandezza provocava nell'uomo
resistenza; che l'uomo si sente limitato nel suo essere se stesso e minacciato
nella sua libertà. Pertanto Dio ha scelto una via nuova. È diventato un
Bambino. Si è reso dipendente e debole, bisognoso del nostro amore. Ora ci
dice quel Dio che si è fatto Bambino - non potete più aver paura di me,
ormai potete soltanto amarmi.
Con tali pensieri ci avviciniamo in questa notte al Bambino di Betlemme a
quel Dio che per noi ha voluto farsi bambino. Su ogni bambino c'è il riverbero
del bambino di Betlemme. Ogni bambino chiede il nostro amore. Pensiamo
pertanto in questa notte in modo particolare anche a quei bambini ai quali è
rifiutato l'amore dei genitori. Ai bambini di strada che non hanno il dono di
un focolare domestico. Ai bambini che vengono brutalmente usati come sol-
dati e resi strumenti della violenza, invece di poter essere portatori della
riconciliazione e della pace. Ai bambini che mediante l'industria della porno-
grafia e di tutte le altre forme abominevoli di abuso vengono feriti fin nel
profondo della loro anima. Il Bambino di Betlemme è un nuovo appello
rivolto a noi, di fare tutto il possibile affinché finisca la tribolazione di questi