ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi

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 Acta Benedicti Pp. XVI 249

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 Acta Benedicti Pp. XVI 253

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 Acta Benedicti Pp. XVI 255

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 Acta Benedicti Pp. XVI 257

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 Congregatio pro Episcopis 259

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 Diarium Romanae Curiae 261

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale262

 Diarium Romanae Curiae 263

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale264

Acta Benedicti Pp. XVI 219

strada nella vita. Un giorno a uno dei due venne l'idea che, non avendo altro

da mettere in vendita, avrebbe potuto vendere l'anima. Questa venne acqui-

stata a poco prezzo e sistemata in una scatola. Da quel momento, con sua

grande sorpresa, tutto cambiò nella sua vita. Iniziò una rapida ascesa, diven-

tò sempre più ricco, ottenne grandi onori e alla sua morte si ritrovò console,

largamente provvisto di denari e di beni. Dal momento in cui si era liberato

della sua anima non aveva avuto più riguardi né umanità. Aveva agito senza

scrupoli, badando solo al guadagno e al successo. L'uomo non contava più

niente. Lui stesso non aveva più un'anima. Il film - concludevo - dimostra

in maniera impressionante come dietro alla facciata del successo si nasconda

spesso un'esistenza vuota.

Apparentemente l'uomo non ha perduto niente, ma gli manca l'anima e

con essa manca tutto. È ovvio - proseguivo in quella meditazione - che

l'essere umano non può gettare via letteralmente la propria anima, dal mo-

mento che è essa a renderlo persona. Egli infatti rimane comunque persona

umana. Eppure ha la spaventosa possibilità di essere disumano, di rimanere

persona vendendo e perdendo al tempo stesso la propria umanità. La distan-

za tra la persona umana e l'essere disumano è immensa, eppure non si può

dimostrare; è la cosa realmente essenziale, eppure è apparentemente senza

importanza.4

Anche lo Spirito Santo, che sta all'inizio della creazione e che grazie al

Mistero della Pasqua è sceso abbondante su Maria e gli Apostoli nel giorno di

Pentecoste, non ha evidenza agli occhi esterni. Se penetra nella persona,

oppure no, non lo si può vedere né dimostrare; ma ciò cambia e rinnova tutta

la prospettiva dell'esistenza umana. Lo Spirito Santo non cambia le situazio-

ni esteriori della vita, ma quelle interiori. Nella sera di Pasqua Gesù, appa-

rendo ai discepoli, « alitò su di loro e disse: ''Ricevete lo Spirito Santo'' ».5 In

maniera ancora più evidente, lo Spirito scese sugli Apostoli nel giorno di

Pentecoste, come vento che si abbatte gagliardo e in forma di lingue di fuoco.

Anche questa sera lo Spirito scenderà nei nostri cuori, per perdonare i peccati

e rinnovarci interiormente rivestendoci di una forza che renderà anche noi,

come gli Apostoli, audaci nell'annunciare che « Cristo è morto e risuscitato! ».

4 Cfr Suchen, was droben ist. Meditationem das Jahr hindurch, LEV, 1985. 5 Gv 20, 22.