ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 867

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 Acta Benedicti Pp. XVI 869

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 Acta Benedicti Pp. XVI 871

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale872

 Acta Benedicti Pp. XVI 873

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale874

 Acta Benedicti Pp. XVI 875

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale876

 Acta Benedicti Pp. XVI 877

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 Acta Benedicti Pp. XVI 879

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 Congregatio de Causis Sanctorum 883

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 Congregatio de Causis Sanctorum 885

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 Congregatio de Causis Sanctorum 887

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 Congregatio de Causis Sanctorum 889

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 Congregatio de Causis Sanctorum 891

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 Congregatio de Causis Sanctorum 893

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 Diarium Romanae Curiae 897

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 Diarium Romanae Curiae 899

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 Diarium Romanae Curiae 903

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Acta Benedicti Pp. XVI 861

guardando all'esempio di Gesù e degli Apostoli, che Egli chiamò innanzitutto

perché « stessero con Lui ».4 Condizione indispensabile perché produca frutti di

bene è infatti che il sacerdote resti unito al Signore; sta qui il segreto della

fecondità del suo ministero: soltanto se incorporato a Cristo, vera Vite, porta

frutto. La missione di un presbitero e, a maggior ragione, quella di un Ve-

scovo, comporta oggi una mole di lavoro che tende ad assorbirlo continua-

mente e totalmente. Le difficoltà aumentano e le incombenze vanno molti-

plicandosi, anche perché si è posti di fronte a realtà nuove e ad accresciute

esigenze pastorali. Tuttavia, l'attenzione ai problemi di ogni giorno e le ini-

ziative tese a condurre gli uomini sulla via di Dio non devono mai distrarci

dall'unione intima e personale con Cristo. L'essere a disposizione della gente

non deve diminuire o offuscare la nostra disponibilità verso il Signore. Il

tempo che il sacerdote e il Vescovo consacrano a Dio nella preghiera è sempre

quello meglio impiegato, perché la preghiera è l'anima dell'attività pastorale,

la « linfa » che ad essa infonde forza, è il sostegno nei momenti di incertezza e

di scoraggiamento e la sorgente inesauribile di fervore missionario e di amore

fraterno verso tutti.

Al centro della vita sacerdotale c'è l'Eucaristia. Nell'Esortazione Aposto-

lica Sacramentum caritatis ho sottolineato come « la Santa Messa è formativa

nel senso più profondo del termine, in quanto promuove la conformazione a

Cristo e rinsalda il sacerdote nella sua vocazione ».5 La celebrazione eucari-

stica illumini dunque tutta la vostra giornata e quella dei vostri sacerdoti,

imprimendo la sua grazia e il suo influsso spirituale sui momenti tristi o

gioiosi, agitati o riposanti, di azione o di contemplazione. Un modo privile-

giato di prolungare nella giornata la misteriosa azione santificante dell'Eu-

caristia è la devota recita della Liturgia delle Ore, come pure l'adorazione

eucaristica, la lectio divina e la preghiera contemplativa del Rosario. Il Santo

Curato d'Ars ci insegna quanto siano preziose l'immedesimazione del sacer-

dote al Sacrificio eucaristico e l'educazione dei fedeli alla presenza eucaristica

e alla comunione. Con la Parola e i Sacramenti - ho ricordato nella Lettera ai

Sacerdoti - san Giovanni Maria Vianney ha edificato il suo popolo. Il Vicario

Generale della diocesi di Belley, al momento della nomina a parroco di Ars,

gli aveva detto: « Non c'è molto amore di Dio in quella parrocchia, ma voi ce

lo metterete! ». E quella parrocchia fu trasformata.

4 Mc 3, 14. 5 N. 80.