ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 839

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 Acta Benedicti Pp. XVI 861

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 Acta Benedicti Pp. XVI 865

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 Acta Benedicti Pp. XVI 867

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 Acta Benedicti Pp. XVI 869

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 Acta Benedicti Pp. XVI 871

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale872

 Acta Benedicti Pp. XVI 873

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale874

 Acta Benedicti Pp. XVI 875

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 Acta Benedicti Pp. XVI 877

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 Acta Benedicti Pp. XVI 879

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 Congregatio de Causis Sanctorum 881

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale882

 Congregatio de Causis Sanctorum 883

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale884

 Congregatio de Causis Sanctorum 885

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale886

 Congregatio de Causis Sanctorum 887

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale888

 Congregatio de Causis Sanctorum 889

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 Congregatio de Causis Sanctorum 891

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale892

 Congregatio de Causis Sanctorum 893

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 Diarium Romanae Curiae 895

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 Diarium Romanae Curiae 897

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale898

 Diarium Romanae Curiae 899

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 Diarium Romanae Curiae 901

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 Diarium Romanae Curiae 903

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale856

la devozione, la ricerca senza l'ammirazione, la considerazione senza l'esul-

tanza, l'industria senza la pietà, la scienza senza la carità, l'intelligenza senza

l'umiltà, lo studio senza la grazia divina, lo specchio senza la sapienza divi-

namente ispirata ».5 Questo cammino di purificazione coinvolge tutta la per-

sona per arrivare, attraverso Cristo, all'amore trasformante della Trinità. E

dato che Cristo, da sempre Dio e per sempre uomo, opera nei fedeli una

creazione nuova con la sua grazia, l'esplorazione della presenza divina diven-

ta contemplazione di Lui nell'anima « dove Egli abita con i doni del suo

incontenibile amore »,6 per essere alla fine trasportati in Lui. La fede è per-

tanto perfezionamento delle nostre capacità conoscitive e partecipazione alla

conoscenza che Dio ha di se stesso e del mondo; la speranza l'avvertiamo

come preparazione all'incontro con il Signore, che segnerà il pieno compimen-

to di quell'amicizia che fin d'ora ci lega a Lui. E la carità ci introduce nella

vita divina, facendoci considerare fratelli tutti gli uomini, secondo la volontà

del comune Padre celeste.

Oltre che cercatore di Dio, san Bonaventura fu serafico cantore del creato,

che, alla sequela di san Francesco, apprese a « lodare Dio in tutte e per mezzo

di tutte le creature », nelle quali « risplendono l'onnipotenza, la sapienza e la

bontà del Creatore ».7 San Bonaventura presenta del mondo, dono d'amore di

Dio agli uomini, una visione positiva: riconosce nel mondo il riflesso della

somma Bontà e Bellezza che, sulla scia di sant'Agostino e san Francesco,

afferma essere Dio stesso. Tutto ci è stato dato da Dio. Da Lui, come da

fonte originaria, scaturisce il vero, il bene e il bello. Verso Dio, come attra-

verso i gradini di una scala, si sale sino a raggiungere e quasi afferrare il

Sommo Bene e in Lui trovare la nostra felicità e la nostra pace. Quanto

sarebbe utile che anche oggi si riscoprisse la bellezza e il valore del creato

alla luce della bontà e della bellezza divine! In Cristo, l'universo stesso, nota

san Bonaventura, può tornare ad essere voce che parla di Dio e ci spinge ad

esplorarne la presenza; ci esorta ad onorarlo e glorificarlo in tutte le cose.8 Si

avverte qui l'animo di san Francesco, di cui il nostro Santo condivise l'amore

per tutte le creature.

San Bonaventura fu messaggero di speranza. Una bella immagine della

speranza la troviamo in una delle sue prediche di Avvento, dove paragona

5 Itinerarium mentis in Deum, prol. 4. 6 Ibid. IV, 4. 7 Ibid. I, 10. 8 Cfr. ibid. I, 15.