ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 845

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 Acta Benedicti Pp. XVI 861

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 Acta Benedicti Pp. XVI 867

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 Acta Benedicti Pp. XVI 871

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 Acta Benedicti Pp. XVI 873

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 Acta Benedicti Pp. XVI 875

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 Acta Benedicti Pp. XVI 877

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 Acta Benedicti Pp. XVI 879

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 Congregatio de Causis Sanctorum 881

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale882

 Congregatio de Causis Sanctorum 883

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale884

 Congregatio de Causis Sanctorum 885

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale886

 Congregatio de Causis Sanctorum 887

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 Congregatio de Causis Sanctorum 889

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 Congregatio de Causis Sanctorum 891

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale892

 Congregatio de Causis Sanctorum 893

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale894

 Diarium Romanae Curiae 895

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 Diarium Romanae Curiae 897

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale898

 Diarium Romanae Curiae 899

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 Diarium Romanae Curiae 901

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 Diarium Romanae Curiae 903

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale904

Acta Benedicti Pp. XVI 853

Santi e delle Sante assicura che è possibile a tutti, se ci si fida e ci si affida

a Cristo. Il loro esempio incoraggia chi si dice cristiano ad essere credibile,

cioè coerente con i principi e la fede che professa. Non basta infatti apparire

buoni ed onesti; occorre esserlo realmente. E buono ed onesto è colui che non

copre con il suo io la luce di Dio, non mette davanti se stesso, ma lascia

trasparire Dio.

Questa è la lezione di vita di san Venceslao, che ebbe il coraggio di ante-

porre il regno dei cieli al fascino del potere terreno. Il suo sguardo non si

staccò mai da Gesù Cristo, il quale patı̀ per noi, lasciandoci un esempio,

perché ne seguiamo le orme, come scrive san Pietro nella seconda lettura

poc'anzi proclamata. Quale docile discepolo del Signore, il giovane sovrano

Venceslao si mantenne fedele agli insegnamenti evangelici che gli aveva im-

partito la santa nonna, la martire Ludmilla. Seguendoli, ancor prima di

impegnarsi nel costruire una convivenza pacifica all'interno della Patria e

con i Paesi confinanti, si adoperò per propagare la fede cristiana, chiamando

sacerdoti e costruendo chiese. Nella prima « narrazione » paleoslava si legge

che « soccorreva i ministri di Dio e abbellı̀ anche molte chiese » e che « bene-

ficava i poveri, vestiva gli ignudi, dava da mangiare agli affamati, accoglieva

i pellegrini, proprio come vuole il Vangelo. Non tollerava che si facesse ingiu-

stizia alle vedove, amava tutti gli uomini, poveri o ricchi che fossero ».

Imparò dal Signore ad essere « misericordioso e pietoso » 4 ed animato da

spirito evangelico giunse a perdonare persino il fratello, che aveva attentato

alla sua vita. Giustamente, pertanto, lo invocate come « Erede » della vostra

Nazione, e, in un canto a voi ben noto, gli domandate di non permettere che

essa perisca.

Venceslao è morto martire per Cristo. È interessante notare che il fratello

Boleslao riuscı̀, uccidendolo, ad impadronirsi del trono di Praga, ma la corona

che in seguito si imponevano sulla testa i suoi successori non portava il suo

nome. Porta invece il nome di Venceslao, a testimonianza che « il trono del re

che giudica i poveri nella verità resterà saldo in eterno ».5 Questo fatto viene

giudicato come un meraviglioso intervento di Dio, che non abbandona i suoi

fedeli: « l'innocente vinto vinse il crudele vincitore similmente a Cristo sulla

croce »,6 ed il sangue del martire non ha chiamato odio e vendetta, bensı̀

perdono e pace.

4 Salmo respon. 5 Cfr. l'odierno Ufficio delle Letture. 6 Cfr. La leggenda di San Venceslao.