ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 861

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale862

 Acta Benedicti Pp. XVI 863

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale864

 Acta Benedicti Pp. XVI 865

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale866

 Acta Benedicti Pp. XVI 867

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale868

 Acta Benedicti Pp. XVI 869

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale870

 Acta Benedicti Pp. XVI 871

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale872

 Acta Benedicti Pp. XVI 873

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale874

 Acta Benedicti Pp. XVI 875

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale876

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 Acta Benedicti Pp. XVI 879

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 Congregatio de Causis Sanctorum 881

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale882

 Congregatio de Causis Sanctorum 883

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale884

 Congregatio de Causis Sanctorum 885

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 Congregatio de Causis Sanctorum 887

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 Congregatio de Causis Sanctorum 889

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 Congregatio de Causis Sanctorum 891

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 Congregatio de Causis Sanctorum 893

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 Diarium Romanae Curiae 895

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 Diarium Romanae Curiae 897

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 Diarium Romanae Curiae 899

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cesco, verso il quale nutriva speciale gratitudine perché, come ebbe a scrivere,

quando era bambino lo aveva « strappato dalle fauci della morte » 2 e gli aveva

predetto « Buona ventura », come ha ricordato poc'anzi il vostro Sindaco. Con

il Poverello di Assisi seppe stabilire un legame profondo e duraturo, traendo

da lui ispirazione ascetica e genio ecclesiale. Di questo vostro illustre concit-

tadino voi custodite gelosamente l'insigne reliquia del « Santo Braccio », man-

tenete viva la memoria e approfondite la dottrina, specialmente mediante il

Centro di Studi Bonaventuriani fondato da Bonaventura Tecchi, che con

cadenza annuale promuove qualificati convegni di studio a lui dedicati.

Non è facile sintetizzare l'ampia dottrina filosofica, teologica e mistica

lasciataci da san Bonaventura. In questo Anno Sacerdotale vorrei invitare

specialmente i sacerdoti a mettersi alla scuola di questo grande Dottore della

Chiesa per approfondirne l'insegnamento di sapienza radicata in Cristo. Alla

sapienza, che fiorisce in santità, egli orienta ogni passo della sua speculazione

e tensione mistica, passando per i gradi che vanno da quella che chiama

« sapienza uniforme » concernente i principi fondamentali della conoscenza,

alla « sapienza multiforme », che consiste nel misterioso linguaggio della Bib-

bia, e poi alla « sapienza onniforme », che riconosce in ogni realtà creata il

riflesso del Creatore, sino alla « sapienza informe », l'esperienza cioè dell'intimo

contatto mistico con Dio, allorché l'intelletto dell'uomo sfiora in silenzio il

Mistero infinito.3 Nel ricordo di questo profondo ricercatore ed amante della

sapienza, vorrei inoltre esprimere incoraggiamento e stima per il servizio che,

nella Comunità ecclesiale, i teologi sono chiamati a rendere a quella fede che

cerca l'intelletto, quella fede che è « amica dell'intelligenza » e che diventa vita

nuova secondo il progetto di Dio.

Dal ricco patrimonio dottrinale e mistico di san Bonaventura mi limito

questa sera a trarre qualche « pista » di riflessione, che potrebbe risultare utile

per il cammino pastorale della vostra Comunità diocesana. Egli fu, in primo

luogo, un instancabile cercatore di Dio sin da quando frequentava gli studi a

Parigi, e continuò ad esserlo sino alla morte. Nei suoi scritti indica l'itinerario

da percorrere. « Poiché Dio è in alto - egli scrive - è necessario che la mente

si innalzi a Lui con tutte le forze ».4 Traccia cosı̀ un percorso di fede impe-

gnativo, nel quale non basta « la lettura senza l'unzione, la speculazione senza

2 Legenda Maior, Prologus, 3, 3. 3 Cfr. J. Ratzinger, San Bonaventura e la teologia della storia, Ed. Porziuncola, 2006,

pp. 92ss. 4 De Reductione artium ad theologiam, n. 25.