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Obschon diese Herausforderungen von allen Mitgliedern der internatio-
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Sequenti mense Iulio relinquere potuit valetudinarium et in sedem novitiatus
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Acta Benedicti Pp. XVI 329
liberi dalla paura. Egli ci avvolge e ci porta, ovunque andiamo- Egli che è la
Vita stessa.
Ritorniamo ancora alla notte del Sabato Santo. Nel Credo professiamo
circa il cammino di Cristo: «Discese agli inferi ». Che cosa accadde allora?
Poiché non conosciamo il mondo della morte, possiamo figurarci questo pro-
cesso del superamento della morte solo mediante immagini che rimangono
sempre poco adatte. Con tutta la loro insufficienza, tuttavia, esse ci aiutano a
capire qualcosa del mistero. La liturgia applica alla discesa di Gesù nella
notte della morte la parola del Salmo 23 [24]: « Sollevate, porte, i vostri
frontali, alzatevi, porte antiche! » La porta della morte è chiusa, nessuno
può tornare indietro da lı̀. Non c'è una chiave per questa porta ferrea. Cristo,
però, ne possiede la chiave. La sua Croce spalanca le porte della morte, le
porte irrevocabili. Esse ora non sono più invalicabili. La sua Croce, la radi-
calità del suo amore è la chiave che apre questa porta. L'amore di Colui che,
essendo Dio, si è fatto uomo per poter morire - questo amore ha la forza per
aprire la porta. Questo amore è più forte della morte. Le icone pasquali della
Chiesa orientale mostrano come Cristo entra nel mondo dei morti. Il suo
vestito è luce, perché Dio è luce. « La notte è chiara come il giorno, le tenebre
sono come luce ».5 Gesù che entra nel mondo dei morti porta le stimmate: le
sue ferite, i suoi patimenti sono diventati potenza, sono amore che vince la
morte. Egli incontra Adamo e tutti gli uomini che aspettano nella notte della
morte. Alla loro vista si crede addirittura di udire la preghiera di Giona: «Dal
profondo degli inferi ho gridato, e tu hai ascoltato la mia voce ».6 Il Figlio di
Dio nell'incarnazione si è fatto una cosa sola con l'essere umano - con
Adamo. Ma solo in quel momento, in cui compie l'atto estremo dell'amore
discendendo nella notte della morte, Egli porta a compimento il cammino
dell'incarnazione. Mediante il suo morire Egli prende per mano Adamo, tutti
gli uomini in attesa e li porta alla luce.
Ora, tuttavia, si può domandare: Ma che cosa significa questa immagine?
Quale novità è lı̀ realmente accaduta per mezzo di Cristo? L'anima dell'uomo,
appunto, è di per sé immortale fin dalla creazione - che cosa di nuovo ha
portato Cristo? Sı̀, l'anima è immortale, perché l'uomo in modo singolare sta
nella memoria e nell'amore di Dio, anche dopo la sua caduta. Ma la sua forza
non basta per elevarsi verso Dio. Non abbiamo ali che potrebbero portarci
fino a tale altezza. E tuttavia, nient'altro può appagare l'uomo eternamente,
5 Cfr Sal 138 [139], 12. 6 Gio 2, 3.