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zionamento efficace, edificante, disciplinato ed esemplare, nonostante le
diversità culturali, linguistiche e nazionali dei suoi membri.5
Comunque, essendo la Curia un corpo dinamico, essa non può vivere
senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia - come la Chiesa - non
può vivere senza avere un rapporto vitale, personale, autentico e saldo
con Cristo.6 Un membro della Curia che non si alimenta quotidianamente
con quel Cibo diventerà un burocrate (un formalista, un funzionalista, un
mero impiegato): un tralcio che si secca e pian piano muore e viene gettato
lontano. La preghiera quotidiana, la partecipazione assidua ai Sacramenti,
in modo particolare all'Eucaristia e alla riconciliazione, il contatto quoti-
diano con la parola di Dio e la spiritualità tradotta in carità vissuta sono
l'alimento vitale per ciascuno di noi. Che sia chiaro a tutti noi che senza
di Lui non potremo fare nulla (cfr Gv 15, 8).
Di conseguenza, il rapporto vivo con Dio alimenta e rafforza anche la
comunione con gli altri, cioè tanto più siamo intimamente congiunti a Dio
tanto più siamo uniti tra di noi perché lo Spirito di Dio unisce e lo spirito
del Maligno divide.
La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in
comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione.7
Eppure essa, come ogni corpo, come ogni corpo umano, è esposta anche alle
malattie, al malfunzionamento, all'infermità. E qui vorrei menzionare alcune
di queste probabili malattie, malattie curiali. Sono malattie più abituali nella
nostra vita di Curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro
servizio al Signore. Credo che ci aiuterà il « catalogo » delle malattie - sulla
strada dei Padri del deserto, che facevano quei cataloghi - di cui parliamo
oggi: ci aiuterà a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che sarà
un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale.
1. La malattia del sentirsi « immortale », « immune » o addirittura « indi-
spensabile » trascurando i necessari e abituali controlli. Una Curia che non
si autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è un corpo
infermo. Un'ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi
5 Cfr Evangelii gaudium, 130-131. 6 Gesù più volte aveva fatto conoscere l'unione che i fedeli debbono avere con Lui: « Come il tralcio
non può portar frutto da sé stesso se non rimane unito alla vite, così neanche voi, se non rimarrete uniti in Me. Io sono la vite, voi i tralci » ( Gv 15, 4-5).
7 Cfr Pastor Bonus Art. 1 e CIC can. 360.