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noi, semplicemente. È un'elezione dello Spirito Santo e in questa volontà
dello Spirito Santo, volontà di Dio, viviamo e cerchiamo sempre più di la-
sciarci prendere nelle mani dallo Spirito Santo, dal Signore stesso. In secondo
luogo: « costituiti come custodi, per essere pastori ». La parola che qui, nella
traduzione italiana, suona « custodi » è in greco « episkopos ». San Paolo parla
ai presbiteri, ma qui li chiama « episkopoi ». Possiamo dire che, nell'evoluzione
della realtà della Chiesa, i due ministeri non erano ancora chiaramente divisi
e distinti, sono ancora evidentemente l'unico sacerdozio di Cristo ed essi, i
presbiteri, sono anche « episkopoi ». La parola « presbitero » viene soprattutto
dalla tradizione ebraica, dove vigeva il sistema degli « anziani », dei « presbi-
teri », mentre la parola « episkopos » è stata creata - o trovata - nell'ambito
della Chiesa dai pagani, e viene dal linguaggio dell'amministrazione romana.
«Episkopoi » sono quelli che sorvegliano, che hanno una responsabilità ammi-
nistrativa nel sorvegliare l'andamento delle cose. I cristiani hanno scelto
questa parola nell'ambito pagano-cristiano per esprimere l'ufficio del presbi-
tero, del sacerdote, ma naturalmente ciò ha cambiato subito il significato
della parola. La parola « episkopoi » è stata subito identificata con la parola
« pastori ». Cioè, sorvegliare è « pascolare », fare il lavoro del pastore: in realtà
ciò è diventato subito «poimainein », « pascolare » la Chiesa di Dio; è pensato
nel senso di questa responsabilità per gli altri, di questo amore per il gregge di
Dio. E non dimentichiamo che, nell'antico Oriente, « pastore » era il titolo dei
re: essi sono i pastori del gregge, che è il popolo. In seguito, il re-Cristo
trasforma interiormente - essendo il vero re - questo concetto. È il Pastore
che si fa agnello, il pastore che si fa uccidere per gli altri, per difenderli contro
il lupo; il pastore il cui primo significato è amare questo gregge e cosı̀ dare
vita, nutrire, proteggere. Forse questi sono i due concetti centrali per questo
ufficio del « pastore »: nutrire facendo conoscere la Parola di Dio, non solo con
le parole, ma testimoniandola per volontà di Dio; e proteggere con la pre-
ghiera, con tutto l'impegno della propria vita. Pastori, l'altro significato che
hanno percepito i Padri nella parola cristiana « episkopoi » è: uno che sorveglia
non come un burocrate, ma come uno che vede dal punto di vista di Dio,
cammina verso l'altezza di Dio e nella luce di Dio vede questa piccola comu-
nità della Chiesa. Questo è importante anche per un pastore della Chiesa, per
un sacerdote, un « episkopos »: che veda dal punto di vista di Dio, cerchi di
vedere dall'alto, nel criterio di Dio e non secondo le proprie preferenze, ma
come giudica Dio. Vedere da questa altezza di Dio e cosı̀ amare con Dio e
per Dio.