ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale248

 Acta Benedicti Pp. XVI 249

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 Acta Benedicti Pp. XVI 251

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale278

 Acta Benedicti Pp. XVI 279

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale280

 Acta Benedicti Pp. XVI 281

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale282

 Acta Benedicti Pp. XVI 283

 Sur la route d'un monde nouveau que vous parcourez ensemble, soyez des

 Acta Benedicti Pp. XVI 285

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale286

 Congregatio de Causis Sanctorum 287

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale288

 Congregatio de Causis Sanctorum 289

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale290

 Congregatio de Causis Sanctorum 291

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale292

 Congregatio de Causis Sanctorum 293

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale294

 Congregatio de Causis Sanctorum 295

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale296

 Congregatio de Causis Sanctorum 297

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale298

 Congregatio de Causis Sanctorum 299

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale300

 Congregatio de Causis Sanctorum 301

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale302

 Congregatio de Causis Sanctorum 303

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale304

 Congregatio de Causis Sanctorum 305

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale306

 Congregatio pro Episcopis 307

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale308

 Diarium Romanae Curiae 309

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale268

noi, semplicemente. È un'elezione dello Spirito Santo e in questa volontà

dello Spirito Santo, volontà di Dio, viviamo e cerchiamo sempre più di la-

sciarci prendere nelle mani dallo Spirito Santo, dal Signore stesso. In secondo

luogo: « costituiti come custodi, per essere pastori ». La parola che qui, nella

traduzione italiana, suona « custodi » è in greco « episkopos ». San Paolo parla

ai presbiteri, ma qui li chiama « episkopoi ». Possiamo dire che, nell'evoluzione

della realtà della Chiesa, i due ministeri non erano ancora chiaramente divisi

e distinti, sono ancora evidentemente l'unico sacerdozio di Cristo ed essi, i

presbiteri, sono anche « episkopoi ». La parola « presbitero » viene soprattutto

dalla tradizione ebraica, dove vigeva il sistema degli « anziani », dei « presbi-

teri », mentre la parola « episkopos » è stata creata - o trovata - nell'ambito

della Chiesa dai pagani, e viene dal linguaggio dell'amministrazione romana.

«Episkopoi » sono quelli che sorvegliano, che hanno una responsabilità ammi-

nistrativa nel sorvegliare l'andamento delle cose. I cristiani hanno scelto

questa parola nell'ambito pagano-cristiano per esprimere l'ufficio del presbi-

tero, del sacerdote, ma naturalmente ciò ha cambiato subito il significato

della parola. La parola « episkopoi » è stata subito identificata con la parola

« pastori ». Cioè, sorvegliare è « pascolare », fare il lavoro del pastore: in realtà

ciò è diventato subito «poimainein », « pascolare » la Chiesa di Dio; è pensato

nel senso di questa responsabilità per gli altri, di questo amore per il gregge di

Dio. E non dimentichiamo che, nell'antico Oriente, « pastore » era il titolo dei

re: essi sono i pastori del gregge, che è il popolo. In seguito, il re-Cristo

trasforma interiormente - essendo il vero re - questo concetto. È il Pastore

che si fa agnello, il pastore che si fa uccidere per gli altri, per difenderli contro

il lupo; il pastore il cui primo significato è amare questo gregge e cosı̀ dare

vita, nutrire, proteggere. Forse questi sono i due concetti centrali per questo

ufficio del « pastore »: nutrire facendo conoscere la Parola di Dio, non solo con

le parole, ma testimoniandola per volontà di Dio; e proteggere con la pre-

ghiera, con tutto l'impegno della propria vita. Pastori, l'altro significato che

hanno percepito i Padri nella parola cristiana « episkopoi » è: uno che sorveglia

non come un burocrate, ma come uno che vede dal punto di vista di Dio,

cammina verso l'altezza di Dio e nella luce di Dio vede questa piccola comu-

nità della Chiesa. Questo è importante anche per un pastore della Chiesa, per

un sacerdote, un « episkopos »: che veda dal punto di vista di Dio, cerchi di

vedere dall'alto, nel criterio di Dio e non secondo le proprie preferenze, ma

come giudica Dio. Vedere da questa altezza di Dio e cosı̀ amare con Dio e

per Dio.