ACTA BENEDICTI PP. XVI

 professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-

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 cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo

 infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo

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 Congregatio pro Episcopis 201

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Congregatio pro Episcopis 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Diarium Romanae Curiae 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Diarium Romanae Curiae 207

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale208

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Eloquente il messaggio che traspare dal brano evangelico: a chi molto

ama, Iddio tutto perdona. Chi confida in se stesso e nei propri meriti è come

accecato dal suo io e il suo cuore si indurisce nel peccato. Chi invece si

riconosce debole e peccatore si affida a Dio e da Lui ottiene grazia e perdono.

È proprio questo il messaggio che occorre trasmettere: ciò che più conta è di

far comprendere che nel sacramento della Riconciliazione, qualsiasi peccato si

sia commesso, se lo si riconosce umilmente e ci si accosta fiduciosi al sacerdote

confessore, si sperimenta sempre la gioia pacificatrice del perdono di Dio. In

questa prospettiva, assume notevole importanza il vostro Corso, che mira a

preparare confessori ben formati dal punto di vista dottrinale e capaci di far

sperimentare ai penitenti l'amore misericordioso del Padre celeste. Non è

forse vero che oggi si assiste ad una certa disaffezione nei confronti di questo

Sacramento? Quando si insiste solo sull'accusa dei peccati, che pure deve

esserci e occorre aiutare i fedeli a comprenderne l'importanza, si rischia di

relegare in secondo piano ciò che in esso è centrale, e cioè l'incontro personale

con Dio, Padre di bontà e di misericordia. Nel cuore della celebrazione sa-

cramentale non sta il peccato, ma la misericordia di Dio, che è infinitamente

più grande di ogni nostra colpa.

L'impegno dei Pastori, e specialmente dei confessori, deve essere anche

quello di porre in evidenza il legame stretto che esiste tra il sacramento della

Riconciliazione e un'esistenza orientata decisamente alla conversione. Occor-

re che tra la pratica del sacramento della Confessione e una vita tesa a seguire

sinceramente il Cristo si instauri una sorta di « circolo virtuoso » inarrestabile,

nel quale la grazia del Sacramento sostenga ed alimenti l'impegno ad essere

fedeli discepoli del Signore. Il tempo quaresimale, nel quale ci troviamo, ci

ricorda che la nostra vita cristiana deve tendere sempre alla conversione e

quando ci si accosta frequentemente al sacramento della Riconciliazione resta

vivo nel credente l'anelito alla perfezione evangelica. Se viene meno quest'a-

nelito incessante, la celebrazione del Sacramento rischia purtroppo di diven-

tare qualche cosa di formale che non incide nel tessuto della vita quotidiana.

D'altra parte, se, pur essendo animati dal desiderio di seguire Gesù, non ci si

confessa regolarmente, si rischia poco a poco di rallentare il ritmo spirituale

sino a indebolirlo sempre di più e forse anche spegnerlo.

Cari fratelli, non è difficile comprendere il valore che ha nella Chiesa il

vostro ministero di dispensatori della misericordia divina per la salvezza delle

anime. Seguite ed imitate l'esempio di tanti santi confessori, che, con il loro