ACTA BENEDICTI PP. XVI

 professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-

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 cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo

 infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo

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 Congregatio pro Episcopis 201

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Congregatio pro Episcopis 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Diarium Romanae Curiae 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Diarium Romanae Curiae 207

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale208

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siano difficili, ma lei ha ragione: dobbiamo sempre pensare che cosı̀ è l'essen-

ziale, anche se poi può essere diverso il punto dove si può allacciare il kerig-

ma, il contesto, il modo di fare. Ma la questione deve essere sempre: che cosa è

essenziale? che cosa bisogna scoprire? che cosa vorrei dare? E qui vedo sem-

pre l'essenziale: Dio. Se non parliamo di Dio, se Dio non va scoperto, restiamo

sempre alle cose secondarie. Quindi mi sembrerebbe fondamentale che alme-

no nasca la domanda: c'è Dio? E come potrei vivere senza Dio? È Dio dav-

vero una realtà importante per me?

Per me rimane impressionante che il Vaticano I volesse proprio allacciare

questo dialogo, capire con la ragione, anche se nella situazione storica in cui ci

troviamo abbiamo bisogno che Dio ci aiuti e purifichi la nostra ragione. Mi

sembra che già si stia cercando di rispondere a questa sfida dell'ambiente

laico con Dio come questione fondamentale, e poi con Gesù Cristo, come

risposta di Dio. Naturalmente direi che ci sono praeambula fidei, che forse

sono il primo passo per rendere aperto il cuore e la mente verso Dio: le virtù

naturali. In questi giorni ho avuto la visita di un capo di stato, che mi ha

detto: non sono religioso, il fondamento della mia vita è l'etica aristotelica. È

già una cosa molto buona, e siamo già insieme con san Tommaso, in cammino

verso la sintesi di Tommaso. E quindi può essere questo un punto di aggan-

cio: imparare e rendere comprensibile la drammaticità della convivenza uma-

na in questa etica razionale, che poi si apre interiormente - se vissuta

conseguentemente - alla domanda di Dio, alla responsabilità davanti a Dio.

Quindi mi sembra che, da una parte, dobbiamo avere chiaro davanti a noi

che cosa è l'essenziale che vogliamo e dobbiamo trasmettere agli altri, e quali

sono i praeambula nelle situazioni in cui possiamo fare i primi passi: certamente

proprio nell'oggi una certa prima educazione etica è un passo fondamen-

tale. Cosı̀ ha fatto anche la cristianità antica. Cipriano, per esempio, ci indica

che prima la sua era una vita totalmente dissoluta; poi, vivendo nella comu-

nità catecumenale, ha imparato una etica fondamentale e cosı̀ si è aperto la

strada verso Dio. Anche sant'Ambrogio nella veglia pasquale dice: finora

abbiamo parlato della morale, adesso veniamo ai misteri. Avevano fatto il

cammino dei praeambula fidei con un'educazione etica fondamentale, che crea

la disponibilità per capire il mistero di Dio. Quindi io direi che dobbiamo forse

fare un'interazione tra educazione etica - oggi cosı̀ importante - da una

parte, anche con una sua evidenza pragmatica, e nello stesso tempo non

omettere la questione di Dio. E in questo interpenetrarsi di due cammini