ACTA BENEDICTI PP. XVI

 professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-

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 cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo

 infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo

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 Congregatio pro Episcopis 201

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Congregatio pro Episcopis 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Diarium Romanae Curiae 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Diarium Romanae Curiae 207

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capitalismo selvaggio. Muri che devono crollare e ancora aspettiamo che trionfi il

Cuore immacolato di Maria per poter realizzare anche questa dimensione. Volevo

anche notare come la Madonna non ha avuto paura di parlare dell'inferno e del

paradiso ai bambini di Fátima, che, guarda caso, avevano l'età dei catechismo:

sette, nove e dodici anni. E noi tante volte invece omettiamo questo. Può dirci

qualche cosa in più su questo?

Lei ha parlato giustamente su temi fondamentali della fede, che purtrop-

po appaiono raramente nella nostra predicazione. Nell'enciclica Spe salvi ho

voluto proprio parlare anche sul giudizio ultimo, sul giudizio in generale, e in

questo contesto anche su purgatorio, inferno e paradiso. Penso che noi tutti

siamo ancora sempre colpiti dall'obiezione dei marxisti, secondo cui i cristiani

hanno solo parlato dell'aldilà e hanno trascurato la terra. Cosı̀ noi vogliamo

dimostrare che realmente ci impegniamo per la terra e non siamo persone che

parlano di realtà lontane, che non aiutano la terra. Ora, benché sia giusto

mostrare che i cristiani lavorano per la terra - e noi tutti siamo chiamati a

lavorare perché questa terra sia realmente una città per Dio e di Dio - non

dobbiamo dimenticare l'altra dimensione. Senza tenerne conto, non lavoria-

mo bene per la terra. Mostrare questo è stato uno degli scopi fondamentali

per me nello scrivere l'enciclica. Quando non si conosce il giudizio di Dio, non

si conosce la possibilità dell'inferno, del fallimento radicale e definitivo della

vita, non si conosce la possibilità e la necessità della purificazione. Allora

l'uomo non lavora bene per la terra perché perde alla fine i criteri, non

conosce più se stesso, non conoscendo Dio, e distrugge la terra. Tutte le

grandi ideologie hanno promesso: noi prenderemo in mano le cose, non tra-

scureremo più la terra, creeremo il mondo nuovo, giusto, corretto, fraterno.

Invece, hanno distrutto il mondo. Lo vediamo con il nazismo, lo vediamo

anche con il comunismo, che hanno promesso di costruire il mondo cosı̀ come

avrebbe dovuto essere e, invece, hanno distrutto il mondo.

Nelle visite ad limina dei vescovi di Paesi ex comunisti, vedo sempre di

nuovo come in quelle terre siano rimasti distrutti non solo il pianeta, l'eco-

logia, ma soprattutto e più gravemente le anime. Ritrovare la coscienza, la

mente umana illuminata dalla presenza di Dio, è il primo lavoro di riedifica-

zione della terra. Questa è l'esperienza comune di quei Paesi. La riedificazione

della terra, rispettando il grido di sofferenza di questo pianeta, si può realiz-

zare soltanto ritrovando nell'anima Dio, con gli occhi aperti verso Dio.

Perciò lei ha ragione: dobbiamo parlare di tutto questo proprio per re-

sponsabilità verso la terra, verso gli uomini che oggi vivono. Dobbiamo par-