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Congregatio de Causis Sanctorum 183
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Congregatio de Causis Sanctorum 187
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Congregatio de Causis Sanctorum 189
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Congregatio de Causis Sanctorum 193
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della bioetica è aperto, ma occorre ribadire che quando si tratta di ambiti
relativi all'essere umano, gli scienziati non possono mai pensare di avere tra le
mani solo della materia inanimata e manipolabile. Infatti, fin dal primo
istante, la vita dell'uomo è caratterizzata dall'essere vita umana e per questo
portatrice sempre, dovunque e nonostante tutto, di dignità propria.3 Contra-
riamente, saremmo sempre alla presenza del pericolo di un uso strumentale
della scienza, con l'inevitabile conseguenza di cadere facilmente nell'arbitrio,
nella discriminazione e nell'interesse economico del più forte.
Coniugare bioetica e legge morale naturale permette di verificare al meglio
il necessario e ineliminabile richiamo alla dignità che la vita umana possiede
intrinsecamente dal suo primo istante fino alla sua fine naturale. Invece, nel
contesto odierno, pur emergendo con sempre maggior insistenza il giusto
richiamo ai diritti che garantiscono la dignità della persona, si nota che
non sempre tali diritti sono riconosciuti alla vita umana nel suo naturale
sviluppo e negli stadi di maggior debolezza. Una simile contraddizione rende
evidente l'impegno da assumere nei diversi ambiti della società e della cultura
perché la vita umana sia riconosciuta sempre come soggetto inalienabile di
diritto e mai come oggetto sottoposto all'arbitrio del più forte. La storia ha
mostrato quanto possa essere pericoloso e deleterio uno Stato che proceda a
legiferare su questioni che toccano la persona e la società, pretendendo di
essere esso stesso fonte e principio dell'etica. Senza principi universali che
consentono di verificare un denominatore comune per l'intera umanità, il
rischio di una deriva relativistica a livello legislativo non è affatto da sotto-
valutare.4 La legge morale naturale, forte del proprio carattere universale,
permette di scongiurare tale pericolo e soprattutto offre al legislatore la
garanzia per un autentico rispetto sia della persona, sia dell'intero ordine
creaturale. Essa si pone come fonte catalizzatrice di consenso tra persone
di culture e religioni diverse e permette di andare oltre le differenze, perché
afferma l'esistenza di un ordine impresso nella natura dal Creatore e ricono-
sciuto come istanza di vero giudizio etico razionale per perseguire il bene ed
evitare il male. La legge morale naturale « appartiene al grande patrimonio
della sapienza umana, che la Rivelazione, con la sua luce, ha contribuito a
purificare e a sviluppare ulteriormente ».5
3 Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Dignitas personae su alcune
questioni di bioetica, n. 5. 4 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1959. 5 Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della
Fede, 6 febbraio 2004.