Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale138
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale140
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale142
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale144
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale146
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale148
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale150
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale152
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale154
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale156
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale158
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale160
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale162
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale164
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale166
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale168
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale170
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale172
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale174
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale176
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale178
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale180
Congregatio de Causis Sanctorum 181
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale182
Congregatio de Causis Sanctorum 183
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale184
Congregatio de Causis Sanctorum 185
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale186
Congregatio de Causis Sanctorum 187
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale188
Congregatio de Causis Sanctorum 189
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale190
Congregatio de Causis Sanctorum 191
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale192
Congregatio de Causis Sanctorum 193
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale194
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale196
Acta Benedicti Pp. XVI 151
Poco tempo fa, mi ha scritto un professore di Regensburg, un professore di
fisica, che aveva letto con grande ritardo il mio discorso all'Università di
Regensburg, per dirmi che non poteva essere d'accordo con la mia logica o
poteva esserlo solo in parte. Ha detto: « Certo, mi convince l'idea che la
struttura razionale del mondo esiga una ragione creatrice, la quale ha fatto
questa razionalità che non si spiega da se stessa ». E continuava: « Ma se può
esserci un demiurgo - cosı̀ si esprime -, un demiurgo mi sembra sicuro da
quanto Lei dice, non vedo che ci sia un Dio amore, buono, giusto e miseri-
cordioso. Posso vedere che ci sia una ragione che precede la razionalità del
cosmo, ma il resto no ». E cosı̀ Dio gli rimane nascosto. È una ragione che
precede le nostre ragioni, la nostra razionalità, la razionalità dell'essere, ma
non c'è un amore eterno, non c'è la grande misericordia che ci dà da vivere.
Ed ecco, in Cristo, Dio si è mostrato nella sua totale verità, ha mostrato
che è ragione e amore, che la ragione eterna è amore e cosı̀ crea. Purtroppo,
anche oggi molti vivono lontani da Cristo, non conoscono il suo volto e cosı̀
l'eterna tentazione del dualismo, che si nasconde anche nella lettera di questo
professore, si rinnova sempre, cioè che forse non c'è solo un principio buono,
ma anche un principio cattivo, un principio del male; che il mondo è diviso e
sono due realtà ugualmente forti: e che il Dio buono è solo una parte della
realtà. Anche nella teologia, compresa quella cattolica, si diffonde attualmen-
te questa tesi: Dio non sarebbe onnipotente. In questo modo si cerca un'a-
pologia di Dio, che cosı̀ non sarebbe responsabile del male che troviamo
ampiamente nel mondo. Ma che povera apologia! Un Dio non onnipotente!
Il male non sta nelle sue mani! E come potremmo affidarci a questo Dio?
Come potremmo essere sicuri nel suo amore se questo amore finisce dove
comincia il potere del male?
Ma Dio non è più sconosciuto: nel volto del Cristo Crocifisso vediamo Dio
e vediamo la vera onnipotenza, non il mito dell'onnipotenza. Per noi uomini
potenza, potere è sempre identico alla capacità di distruggere, di far il male.
Ma il vero concetto di onnipotenza che appare in Cristo è proprio il contrario:
in Lui la vera onnipotenza è amare fino al punto che Dio può soffrire: qui si
mostra la sua vera onnipotenza, che può giungere fino al punto di un amore
che soffre per noi. E cosı̀ vediamo che Lui è il vero Dio e il vero Dio, che è
amore, è potere: il potere dell'amore. E noi possiamo affidarci al suo amore
onnipotente e vivere in questo, con questo amore onnipotente.
Penso che dobbiamo sempre meditare di nuovo su questa realtà, ringra-
ziare Dio perché si è mostrato, perché lo conosciamo in volto, faccia a faccia;