Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale168
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Congregatio de Causis Sanctorum 203
rio Servi Dei, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanc-
Congregatio de Causis Sanctorum 205
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Congregatio de Causis Sanctorum 207
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Congregatio de Causis Sanctorum 209
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Il secondo pilastro dell'esistenza ecclesiale, san Luca lo chiama joimxi*a-
communio. Dopo il Concilio Vaticano II, questo termine è diventato una
parola centrale della teologia e dell'annuncio, perché in esso, di fatto, si
esprimono tutte le dimensioni dell'essere cristiani e della vita ecclesiale.
Che cosa Luca voglia precisamente esprimere con tale parola in questo testo,
non lo sappiamo. Possiamo quindi tranquillamente comprenderla in base al
contesto globale del Nuovo Testamento e della Tradizione apostolica. Una
prima grande definizione di communio l'ha data san Giovanni all'inizio della
sua Prima Lettera: Quello che abbiamo veduto e udito, quello che le nostre
mani hanno toccato, noi lo annunciamo a voi, perché anche voi abbiate
communio con noi. E la nostra communio è comunione con il Padre e con il
Figlio suo, Gesù Cristo.5 Dio si è reso per noi visibile e toccabile e cosı̀ ha
creato una reale comunione con Lui stesso. Entriamo in tale comunione
attraverso il credere e il vivere insieme con coloro che Lo hanno toccato.
Con loro e tramite loro, noi stessi in certo qual modo Lo vediamo, e tocchiamo
il Dio fattosi vicino. Cosı̀ la dimensione orizzontale e quella verticale sono qui
inscindibilmente intrecciate l'una con l'altra. Con lo stare in comunione con
gli Apostoli, con lo stare nella loro fede, noi stessi stiamo in contatto con il
Dio vivente. Cari amici, a tale scopo serve il ministero dei Vescovi: che questa
catena della comunione non si interrompa. È questa l'essenza della Succes-
sione apostolica: conservare la comunione con coloro che hanno incontrato il
Signore in modo visibile e tangibile e cosı̀ tenere aperto il Cielo, la presenza di
Dio in mezzo a noi. Solo mediante la comunione con i Successori degli Apo-
stoli siamo anche in contatto con il Dio incarnato. Ma vale anche l'inverso:
solo grazie alla comunione con Dio, solo grazie alla comunione con Gesù
Cristo questa catena dei testimoni rimane unita. Vescovi non si è mai da soli,
ci dice il Vaticano II, ma sempre soltanto nel collegio dei Vescovi. Questo,
poi, non può rinchiudersi nel tempo della propria generazione. Alla collegia-
lità appartiene l'intreccio di tutte le generazioni, la Chiesa vivente di tutti i
tempi. Voi, cari Confratelli, avete la missione di conservare questa comunione
cattolica. Sapete che il Signore ha incaricato san Pietro e i suoi successori di
essere il centro di tale comunione, i garanti dello stare nella totalità della
comunione apostolica e della sua fede. Offrite il vostro aiuto perché rimanga
viva la gioia per la grande unità della Chiesa, per la comunione di tutti i
5 Cfr. 1 Gv 1, 1-4.