consecratae eminuit haud mediocri desiderio sanctitatis. Anno MDCCLXI vota
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die 28 Augusti. - Exc.mum R.P. Fridericum Rubwejanga, Episcopum
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st'unità o di ritrovarla nuovamente. Mi viene in mente una frase della Se-
conda Lettera ai Corinzi, dove Paolo scrive: « La nostra bocca vi ha parlato
francamente, Corinzi, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi. Non siete
davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto...
Rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore! » (2 Cor 6, 11-13).
Paolo lo dice certo in un altro contesto, ma il suo invito può e deve toccare
anche noi, proprio in questo tema. Apriamo generosamente il nostro cuore e
lasciamo entrare tutto ciò a cui la fede stessa offre spazio.
Non c'è nessuna contraddizione tra l'una e l'altra edizione del Missale
Romanum. Nella storia della Liturgia c'è crescita e progresso, ma nessuna
rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta
sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addi-
rittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono
cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto.
Ovviamente per vivere la piena comunione anche i sacerdoti delle Comunità
aderenti all'uso antico non possono, in linea di principio, escludere la cele-
brazione secondo i libri nuovi. Non sarebbe infatti coerente con il riconosci-
mento del valore e della santità del nuovo rito l'esclusione totale dello stesso.
In conclusione, cari Confratelli, mi sta a cuore sottolineare che queste
nuove norme non diminuiscono in nessun modo la vostra autorità e respon-
sabilità, né sulla liturgia né sulla pastorale dei vostri fedeli. Ogni Vescovo,
infatti, è il moderatore della liturgia nella propria diocesi.1
Nulla si toglie quindi all'autorità del Vescovo il cui ruolo, comunque,
rimarrà quello di vigilare affinché tutto si svolga in pace e serenità. Se do-
vesse nascere qualche problema che il parroco non possa risolvere, l'Ordinario
locale potrà sempre intervenire, in piena armonia, però, con quanto stabilito
dalle nuove norme del Motu Proprio.
Inoltre, vi invito, cari Confratelli, a scrivere alla Santa Sede un resoconto
sulle vostre esperienze, tre anni dopo l'entrata in vigore di questo Motu
Proprio. Se veramente fossero venute alla luce serie difficoltà, potranno es-
sere cercate vie per trovare rimedio.
Cari Fratelli, con animo grato e fiducioso, affido al vostro cuore di Pastori
queste pagine e le norme del Motu Proprio. Siamo sempre memori delle parole
dell'Apostolo Paolo dirette ai presbiteri di Efeso: « Vegliate su voi stessi e su
1 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. sulla sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 22: « Sacrae
Liturgiae moderatio ab Ecclesiae auctoritate unice pendet quae quidem est apud Apostolicam
Sedem et, ad normam iuris, apud Episcopum ».